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Padre Men’, un uomo immerso nella vita
Il 9 settembre di trentaquattro anni fa padre Men’ veniva brutalmente assassinato. Chi volle la sua morte certo non immaginava che attraverso questo sacrificio Dio avrebbe fatto fruttificare il seme da lui gettato, per varie generazioni. L’umanità pienamente realizzata che vibrava in padre Aleksandr riaffiora oggi nell’opera degli hospice russi, e nella memoria di tanti.
Bielorussia: 30 anni di regime ma il dissenso vive
I 30 anni di regime di Lukašenko sono stati caratterizzati da una deriva autoritaria sempre più brutale e capillare. Ciononostante, numerosi cittadini hanno dimostrato negli ultimi anni di volersi impegnare in prima persona per un cambiamento, pagando con il carcere.
Kara-Murza ricoverato nell’ospedale del carcere
Da diversi giorni non si hanno notizie sulle condizioni di salute del giornalista e politico Vladimir Kara-Murza, condannato l’anno scorso a 25 anni di carcere per aver criticato la politica di Putin e la guerra. Kara-Murza è stato ricoverato nell’ospedale del carcere, ma finora agli avvocati non è stato concesso di incontrarlo.
Tacere sarebbe come consentire
Per non aver taciuto il giornalista e politico Vladimir Kara-Murza sta scontando una condanna spropositata a 25 anni. Il portale religioso «Mir vsem» (Pace a tutti), fondato da padre Andrej Kordočkin, lo ha intervistato in modo rocambolesco, per interposta persona, ma ha ottenuto risposte lucide e nette.
Oleg Orlov, andare in prigione è un lavoro
Il 27 febbraio scorso Oleg Orlov, co-presidente di Memorial, è stato condannato a 2 anni e mezzo di reclusione per aver condannato l’invasione dell’Ucraina. In attesa della sentenza di appello, in un’intervista ha raccontato cosa vuol dire essere dissidente.
Andare in prigione per dei fiori
Dar’ja Kozyreva ha portato dei fiori al monumento al poeta ucraino Taras Ševčenko. Ora è una giovanissima prigioniera di coscienza russa.
Naval’nyj: un politico diventato dissidente
«In fin dei conti dovrà pur apparire in Russia qualcuno che non mente». È uscito in prima assoluta da Scholé-Morcelliana il libro di Naval’nyj «Io non ho paura, non abbiatene neanche voi».
Chiedo perdono in ginocchio agli ucraini
Il 6 marzo 2024 il giornalista di RusNews Roman Ivanov è stato condannato a sette anni di colonia penale per aver pubblicato tre post sui crimini dell’esercito russo. Il giornalista non si è mai riconosciuto colpevole e l’Associazione Memorial lo considera detenuto politico. Presentiamo la sua ultima parola prima della condanna.
Giustizia o misericordia? Lettera dalla prigione
Appena condannato a 2 anni e mezzo, Orlov mantiene molti contatti dalla prigione, con una corrispondenza che lo sostiene. In una lettera giunta qualche giorno fa, dà la sua risposta alla domanda: «giustizia o misericordia?», che la giornalista Gordeeva aveva posto alla gente di Memorial. Orlov risponde da laico che crede nell’uomo e nella forza della verità.
In margine a un funerale…
Vi hanno raccontato che Naval’nyj sapeva raccogliere solo giovani e marginali.
Signor giudice, lei non ha paura?
L’attivista per i diritti umani Oleg Orlov, presidente della sezione Diritti umani di Memorial, è stato condannato a 2 anni e mezzo di carcere per aver «screditato» l’esercito e aver definito fascista l’attuale governo. Nella sua «ultima parola» invita a non perdersi d’animo.
Quando la mala del GULag aiutò i dissidenti
Il 30 ottobre 1974 nei lager sovietici venne indetto uno sciopero della fame a sostegno dei detenuti politici. La data fu poi inserita nella legislazione russa come Giornata della memoria delle vittime delle repressioni politiche. Ma pochi sanno che alla riuscita dell’iniziativa di allora contribuì il mondo della malavita carceraria.
Majakovskij, un gigante tradito
La nuova biografia del poeta riesce ad esprimere compiutamente la sua tragica avventura umana, nel contesto di una cultura vivacissima, che stava per essere soffocata.
Naval’nyj: la solidarietà non è un optional
Nelle prigioni russe esiste la «cella di isolamento punitivo», dove il detenuto non può ricevere visite, telefonare, avere prodotti alimentari o indumenti propri, ricevere pacchi né corrispondenza. Per legge al massimo il detenuto può restarvi 15 giorni, ma c’è chi oggi vi resta continuativamente. Che un detenuto ne difenda un altro è un grande segno di solidarietà. La lettera di Aleksej Naval’nyj.
L’invisibile aiutante di Solženicyn
Una storia piccola ma di grande portata quella di Natal’ja Stoljarova, che Yves Hamant ha pubblicato sulla sua pagina Facebook come commosso ricordo di una figura grande e sconosciuta del dissenso. La traduzione che presentiamo è fatta sulla base di un testo più ampio, pubblicato da Hamant in russo a Mosca nel 2018.
Un combattente per la libertà che ha perso senza arrendersi
La scomparsa di Igor’ Ogurcov, un dissidente che in epoca sovietica era pronto anche alla lotta armata. Ha detto che il PCUS è morto trent’anni fa, ma il cammino verso la libertà sta appena iniziando.
Jašin: Ringrazio l’Ucraina, ma resto qui
Il 29 agosto l’Ucraina ha proposto di scambiare soldati russi catturati con prigionieri di coscienza detenuti in Russia. Un gesto di umanità che sconfigge la guerra. Il’ja Jašin, esponente della resistenza antiputiniana, ha fatto sapere dalla prigione che ringrazia ma vuole restare per «ricostruire la casa».
Oleg Orlov: restare in Russia fa parte del mio lavoro
Oleg Orlov, co-presidente di Memorial, è sotto processo per essersi espresso contro l’aggressione russa all’Ucraina. Diversamente da altri attivisti, ha scelto di rimanere in patria, perché «è importante che giunga una voce dalla Russia».
La responsabilità del bene
Se nessuno è riuscito a impedire la guerra con la sua rovina, possiamo sempre seguire la via della com-passione e della solidarietà.
Dana Němcová e i «disperati» del dissenso
Dolce, gentile, sorridente: sono gli aggettivi che ricorrono più spesso nel ricordo di Dana Němcová, una delle protagoniste del dissenso ceco, scomparsa l’11 aprile scorso. La sua vita si è spesa per i 7 figli, per i «disperati» degli anni ’70 e i profughi del nostro tempo.
Sconfiggere il drago non basta
Da Charkiv gli attivisti del Gruppo per la difesa dei diritti umani diffondono un bollettino in cui raccontano le iniziative russe contro l’invasione, convinti della necessità di un sostegno reciproco. Amano l’Ucraina ma non fanno sconti al governo, e operano perché l’odio non si radichi nelle giovani generazioni. Intervista al direttore Zacharov.
Grigor’janc, l’eterno dissidente
Sergej Grigor’janc aveva fatto grandi cose per l’informazione indipendente in URSS. Ma anche dopo è rimasto sempre un osservatore lucido e autocritico, che ha colto i motivi della sconfitta del dissenso, ma anche le ragioni della speranza.
Vladimir Poreš: un dissidente che non ha cambiato strada
Era stato ateo, poi cristiano fervente e ingenuo. Ma la delusione della «rinascita religiosa» tradita non lo aveva reso cinico. È rimasto un cercatore, sino alla fine.
«Liberi». Il film su due protagonisti della Chiesa slovacca nel comunismo
Nella Slovacchia comunista, due amici animati dalla stessa passione missionaria contribuiscono alla rinascita religiosa del paese nonostante le repressioni, il carcere e l’ateismo. Un film-documentario ne racconta la storia.
Le parole di due condannati: la Russia sarà ancora libera
Non avremmo mai pensato di pubblicare ancora, negli anni 2000, lettere dalla prigione o ultime parole al processo, come ai tempi del dissenso. Invece il messaggio del giornalista russo Ivan Safronov dal carcere e la dichiarazione dell’attivista Jašin ci riportano direttamente al clima totalitario e alla forza morale dei resistenti.
Petr Uhl, troppo marxista per entrare nel Partito
Petr Uhl, scomparso un anno fa a Praga, non ha mai rinnegato le proprie idee marxiste né durante l’epoca totalitaria, quand’era nel dissenso, e nemmeno dopo l’89, pagando con anni di carcere il proprio impegno a favore dei diritti umani.
Il cinema russo si autocensura
La Russia si autocensura e non candida nessun film all’Oscar. Ma un membro del comitato russo ricorda che il modello «uno decide per tutti» fa solo danni. E si dimette.
Parole proibite: resistenza antimilitarista in Russia
In Russia esistono modi creativi per rompere il silenzio in cui il potere ha relegato l’opposizione alla guerra. È il fenomeno strisciante e invasivo della cosiddetta resistenza visuale.
Mosca, un concerto a sorpresa
Due cantautori russi, idoli degli anni ’80 tornano in concerto a Mosca. E si permettono di dire cose incredibili. Con la riscossa dell’ironia, si riscuote anche la ragione.
Bielorussia: la resistenza di Marija Kolesnikova
Il Nobel per la pace al prigioniero di coscienza bielorusso Bjaliackij ha riportato all’attenzione la lotta del popolo bielorusso per la democrazia, culminata con le imponenti manifestazioni del 2020 contro i brogli elettorali e soffocata brutalmente dal regime. Tra gli oppositori, che continuano la loro battaglia in carcere, c’è anche la musicista Marija Kolesnikova. Nostra intervista alla sorella Tat’jana Chomič.
Sono in Memorial perché ho avuto un maestro
Bill Bowring, professore di diritto alla London University, ha intervistato Elena Žemkova, che è stata tra i fondatori e poi direttore esecutivo di Memorial. In questi giorni Žemkova si trova a Rimini per testimoniare sul suo lavoro.
Lettere dalla Russia / 4 / Perché sono tornato
Andrej Zubov è uno storico russo che ha già pagato la sua libertà di coscienza perdendo l’insegnamento universitario. Dopo un viaggio in Europa, dove molti colleghi e amici si sono già rifugiati, ha spiegato in un breve messaggio perché ha deciso di rientrare. Un gesto di incomparabile dignità.
Russia, l’opposizione delle femministe
Tra le file dell’opposizione alla guerra in Ucraina ci sono gruppi diversi, con ideologie anche molto distanti fra loro. L’esperienza femminista ha fatto della creatività la caratteristica fondamentale delle sue azioni.
Alla Gutnikova, la provocazione della giovinezza
Il vasto mondo dell’opposizione russa comprende un ampio spettro di posizioni e scale di valori, dai resti dei movimenti democratici ad anarchici, animalisti e lgbt. Ciò che li unisce oggi è il desiderio di libertà e il coraggio di esporsi. L’esempio di Gutnikova, studentessa che non rinuncia alla propria dignità neanche davanti al giudice.
Un uomo di nome Revolt, scienziato e dissidente
Revolt Pimenov, matematico e dissidente sovietico: l’attaccamento alla verità è stato la bussola di tutta la sua vita. Dalla partecipazione attiva al dissenso dopo l’invasione delle truppe sovietiche in Ungheria, fino alla direzione della filiale di Memorial nell’estremo nord della Russia.
1989: Sacharov vedeva l’ombra dell’autoritarismo
Primo Congresso dei deputati del popolo: il neoeletto Andrej Sacharov, tra i fischi dei colleghi, dichiara che è pericoloso concentrare un immenso potere nelle mani di un uomo solo. E parla di spirito imperiale…
Rimaniamo uomini nella tragicità degli eventi
Non è vero che i russi hanno una mentalità da schiavi e nemmeno da invasori. È l’ideologia che crea i mostri. In passato, in altri tempi duri, russi e polacchi si sostenevano a vicenda.
Quel che ci resta da dire
Davanti alla storia che si muove sui cingoli dei carri armati, occorre fermarsi e prendere coscienza di come c’entriamo noi, e di come la nostra libertà non è ancora sconfitta.
Havel, campione dell’ideale e maestro di realismo
Dieci anni fa moriva Václav Havel, il più celebre esponente del dissenso cecoslovacco, primo dissidente a diventare politico di professione nella fase post-totalitaria. Dal sacrificio degli anni di resistenza alla prosa della politica ordinaria, cos’è rimasto del suo ideale?
Cuba in piazza: quali parentele con l’ex URSS
Da domenica 11 luglio in decine di località dell’isola si sono svolte manifestazioni spontanee contro il governo, responsabile della tragica situazione socio-economica cui si è aggiunta la pandemia. Bastano la forza e l’economia davanti al desiderio di libertà di un intero popolo?
Michael Bourdeaux, la battaglia tra il bene e l’indifferenza
È morto padre Michael Bourdeaux (1934-2021) grande sostenitore dei cristiani perseguitati in URSS e nei paesi comunisti. La sua opera d’informazione mise in crisi la propaganda sovietica. Cosa dice oggi la sua esperienza.
Suor Nina, dal lager di Terezín al Carmelo di Cracovia
Donna mite ma di salde convinzioni, suor Anna Magdalena Schwarzová è stata vittima di nazismo e comunismo. La sua vocazione monastica contemplativa si è realizzata nell’aiutare i prigionieri politici e diffondere il samizdat.
Da Lenin a Lennon: il Muro più famoso di Praga
A quarant’anni di distanza dalla morte di John Lennon, nella capitale ceca esiste ancora il muro dedicato al cantautore, simbolo di libertà durante il comunismo. Per il regime Lennon incarnava la «lotta pacifista all’imperialismo» ma «corrompeva» i giovani. Equilibrismi totalitari per tenere in pugno la gioventù.
Serata online per il poeta Dmitrij Strocev
L’iniziativa «Poesie di Dmitrij Strocev per Dmitrij Strocev» si svolgerà online il 2 novembre, con inizio alle 18. Il poeta bielorusso è stato condannato a 13 giorni di carcere per aver partecipato a una manifestazione non autorizzata.
Ladislav Hejdánek, un filosofo amante della verità
Professore di filosofia e teologo, fu portavoce di Charta 77 e protagonista delle lotte del dissenso cecoslovacco, pur preferendo star lontano dai riflettori. Rimproverò ad Havel di essere troppo individualista, ed ebbe tra i suoi amici diversi comunisti. Per lui il filosofo è un «amante della verità».
I «pensieri pericolosi» di Jurij Orlov
Ricordando un dissidente degli anni ’70 riscopriamo, incredibilmente attuali, i cardini del suo impegno. Come la centralità della persona e il dialogo pieno di rispetto. Forse è su questo punto che oggi abbiamo sbagliato strada.
Baracche invece di icone. La pittura di Oscar Rabin
Oscar Rabin iniziò come giovane pittore dell’avanguardia underground sovietica. Poi emigrò e divenne famoso in America. Voglia di libertà, anche espressiva, e sensibilità al problema religioso erano le sue caratteristiche.
Sinjavskij, Daniel’ e il peccato della divisione
55 anni fa vennero arrestati Andrej Sinjavskij e Julij Daniel’, due giovani scrittori sovietici colpevoli di pubblicare all’estero. Il loro processo pubblico fu un evento internazionale, e un momento di aggregazione del dissenso. Ma la divisione che si insinuò in seguito getta la sua ombra anche sull’oggi.
Cancellare un ritratto per «vivere nella menzogna»?
A Tver’ si litiga attorno a un graffito col volto di Solženicyn. Per molti è un padre della patria, ma sono ancora di più quelli che lo detestano. Battaglie sul fronte della memoria.
Pasternak e l’irriducibile mistero della vita
Una conversazione tra Giovanna Parravicini e Adriano Dell’Asta sull’arte di Boris Pasternak, con la sua passione per la natura sempre uguale e ad ogni istante nuova; per la storia, nella […]
«Storie di amicizia e di speranza» • I ragazzi di Piazza Majakovskij
I brevi video «Storie di amicizia e di speranza» raccontano storie di persone molto diverse tra loro, accomunate dall’esperienza di verità e libertà vissuta in contesti di dolore, di prova, di illibertà.
«Storie di amicizia e di speranza» • Sergej e Vera Fudel’
I brevi video «Storie di amicizia e di speranza» raccontano storie di persone molto diverse tra loro, accomunate dall’esperienza di verità e libertà vissuta in contesti di dolore, di prova, di illibertà.
«Storie di amicizia e di speranza» • Ol’ga Popova
I brevi video «Storie di amicizia e di speranza» raccontano storie di persone molto diverse tra loro, accomunate dall’esperienza di verità e libertà vissuta in contesti di dolore, di prova, di illibertà.
“Il francese”: il cinema parla del dissenso
L’attore e regista Andrej Smirnov ha messo in scena una vicenda che ricorda quella di alcuni intellettuali occidentali negli anni ‘50, da Vittorio Strada a Georges Nivat, che nell’incontro con il mondo sovietico e russo mutarono radicalmente le proprie concezioni, contribuendo anche a cambiare la coscienza europea, all’Est come all’Ovest.
Vladimir Bukovskij – il ritorno della coscienza
Bukovskij è stato uno dei più grandi dissidenti dell’Unione Sovietica, motore di iniziative e punto di riferimento per gli altri. Un «antieroe» rispetto al tipico eroe guerrigliero che piaceva in Occidente. Ha sofferto manicomio, prigione e lager, credendo nella rinascita morale dell’uomo.
Tamkevičius: il cardinale venuto dal GULag
Era stato uno dei protagonisti della resistenza lituana al totalitarismo sovietico, aveva fondato il bollettino d’informazione più longevo del samizdat: padre Sigitas Tamkevičius è stato nominato cardinale. Il lager e le sanzioni amministrative non lo avevano mai fermato. Testimone di una fede umile e indomabile.
Scruton: quel «potere dei senza potere» capace di toccare il cuore
Il professor Roger Scruton, scrittore e filosofo inglese, agli inizi degli anni ’80 tenne alcuni incontri nei seminari clandestini di filosofia a Praga. Fu per lui la scoperta di un mondo «capace di toccare il cuore e l’anima delle persone e che sapeva unirle tra loro».
I cechi in piazza. Macek: «La democrazia non è una cosa scontata»
A quasi 30 anni dalla «rivoluzione di velluto» del novembre ’89, in Repubblica ceca si sono svolte diverse manifestazioni antigovernative che hanno raccolto in piazza decine di migliaia di persone.
L’appartamento di Sacharov, come nasceva l’opposizione
Il risveglio della coscienza personale e civile nella società totalitaria, quello che chiamiamo dissenso, è nato nelle cucine dei caseggiati sovietici. Qui sbocciava in segreto un movimento che scaturiva dai rapporti personali.
Lo «spazio umano» dei dissidenti
L’esperienza del dissenso dell’Est Europa è ancora un campo da coltivare per raccoglierne i frutti. A pochi interessa oggi tornarci sopra: in Occidente è al massimo una cara memoria, all’Est è un messaggio estraneo e spesso fastidioso, perché ricorda promesse lasciate cadere. Arsenij Roginskij era invece convinto che fosse vitale riproporre l’esperienza del dissenso come un cammino possibile anche ora.
Jan Palach, 50 anni fa
Cinquant’anni fa il rogo di Jan Palach a Praga, lo studente che si suicidò per ridestare l’opinione pubblica dopo l’invasione sovietica dell’agosto ’68. Il suo gesto fu ripetuto un mese dopo dal diciottenne Jan Zajíc. Le madri dei due giovani rimasero in contatto epistolare per un decennio.
Il comunismo russo è veramente finito?
In Russia si è stabilita una vera democrazia? Assolutamente no, rispondeva Aleksandr Solženicyn vent’anni fa. La sua analisi lucidissima spiega molto della situazione attuale. Alcune opinioni rilasciate nel Vermont all’intervistatore Stanislav Govoruchin.
100 anni di Solženicyn. La sua fu una rivoluzione del pensiero
La profondità del contributo dato da Solženicyn alla coscienza occidentale spesso ancora ci sfugge nei suoi contorni. Nel centenario della nascita riscopriamo la rivoluzione del pensiero che produsse in Francia.
Ascoltiamo Solženicyn, invece di usarlo
Il primo traduttore dell’Arcipelago GULag in una lingua occidentale ricorda la grande avventura collettiva che portò all’uscita dell’opera di Solženicyn. E si dice preoccupato per le nuove forzature ideologiche cui questo autore va incontro.
«Per il bene della comunità»: Jan Patočka nei documenti della polizia comunista
Si intitola «Per il bene della comunità» un corposo volume dedicato alla figura del filosofo ceco Jan Patočka, basato sui rapporti segreti della polizia politica. Storia di un lungo duello tra lo Stato e un inerme uomo di coscienza.
Il samizdat e la scoperta della persona
Il samizdat è stato l’espressione creativa di una coscienza liberatasi dell’ideologia. Lo spunto originale del Convegno di quest’anno nasce dalla precoce intuizione di padre Scalfi che il samizdat forniva un criterio universale per affrontare ogni crisi.
Il ’68 di Andrej Sacharov
Oltre al ’68 di Parigi, di Praga e dei dissidenti sulla piazza Rossa, c’è un altro ’68 da ricordare, non meno importante degli altri, quello del fisico Andrej Sacharov e della sua solitaria presa di posizione contro la corsa agli armamenti nucleari.
La gente si chiedeva: ma chi sono?
25 agosto 1968, piazza Rossa, otto protestano contro i carri armati a Praga. L’invasione ha spezzato le speranze di cambiamento e la voglia di lottare. Ma davanti all’apatia generale, il loro gesto affermava che è la persona a rendere lecita la speranza.
Quelle prime poesie in piazza Majakovskij
Il 28 luglio 1958 a Mosca fu inaugurato il monumento al poeta Vladimir Majakovskij. Dopo la cerimonia ufficiale, qualcuno dal pubblico si mise a leggere le proprie poesie. Fu uno squarcio nel grigiore sovietico, il samizdat riprendeva a vivere.
«Un uomo di mondo che sa come comportarsi…»
Attraverso la biografia sommaria di Vittorio Strada si possono ripercorrere le vicende sofferte e anche drammatiche che hanno accompagnato e determinato quell’immenso passaggio epocale che è stato il crollo dell’URSS.
Quattro «eroi invisibili» premiati a Praga
Nei paesi dell’ex-blocco socialista sussiste il problema della memoria, innanzitutto la memoria dei due totalitarismi del XX secolo. Alcuni storici cechi hanno creato l’associazione Post Bellum che si concentra soprattutto sulla «memoria del bene».
Arsenij Roginskij. «La nostra misura è l’uomo»
Era un dissidente con la tempra del leader. Voleva ricostruire la società civile e salvare la memoria del totalitarismo in Russia. Non ha ottenuto tutto quel che sperava, ma sapeva che senza il suo contributo sarebbe stato ancor peggio.
Romano Scalfi – La mia Russia
Scalfi Romano
La mia Russia. Samizdat: una risposta al grido dell’uomo di oggi
pp. 176, ed. 2017
Furto con scasso negli archivi
Quarant’anni fa dei giovani dissidenti tentarono di applicare all’ambito scientifico il richiamo a «vivere senza menzogna». Ne nacquero delle raccolte storiche clandestine di enorme valore, anche metodologico.
In memoria di Jurij Mal’cev
Un raffinato studioso che si era giocato la carriera per restare fedele alla propria dignità. Dopo l’emigrazione, Jurij Mal’cev ha vissuto e lavorato in Italia, lasciando studi letterari di grande valore.
Come si torna alla storia
Il sogno di dedicare un monumento alle vittime del comunismo nacque negli anni ’80, alimentato dalle speranze di molti. Il lungo tragitto si è concluso quest’anno con l’inaugurazione del «Muro del dolore» a Mosca. Ne raccontiamo la storia.
Il dissenso: coscienza critica della rivoluzione
I cambiamenti epocali prodotti dalla Rivoluzione d’ottobre hanno investito l’uomo, e il fenomeno del dissenso è stato un vero passo di liberazione. A partire dall’uomo. Un dialogo in margine alla mostra “Russia 1917”: il caso del dissenso ceco.
Don Titus, il beato slovacco «martire per le vocazioni»
«Martire per salvare le vocazioni»: è questa in sintesi la testimonianza di fede del sacerdote salesiano slovacco Titus Zeman, che durante l’epoca comunista fece espatriare molti religiosi a bordo di un canotto, e che sarà beatificato a Bratislava.
Irina Ratušinskaja, poetessa della speranza
Riproporre le figure del dissenso non è mai un’operazione rétro ma la verifica che ciò che animava e sosteneva allora quei pochi temerari è vivo e proponibile anche oggi. Per questo ripercorriamo la storia di una giovane poetessa ucraina.
Havel: «Vivere intensamente» – Diario carcerario
La Biblioteca Havel ha pubblicato in fac-simile il diario tenuto dallo scrittore durante la sua prima esperienza carceraria nel 1977. La tentazione del compromesso col regime, la consapevolezza del proprio limite, la riscoperta della responsabilità.
Evtušenko, un poeta per tutte le stagioni
Ha cantato le conquiste del socialismo e demolito l’epoca staliniana, parlava con Andropov e difendeva Solženicyn. Fedele al socialismo ma critico dei suoi soprusi, ha sperato fino all’ultimo nella riconciliazione tra russi e ucraini.
Miloslav Vlk: sono felice della mia vita
Sarà celebrato sabato prossimo nella cattedrale di Praga il funerale del cardinale Miloslav Vlk (1932-2017), scomparso il 18 marzo dopo un rapido aggravarsi delle sue condizioni di salute.
La lunga marcia del generale Grigorenko
Trent’anni fa moriva il generale Petro Grigorenko (1907-1987), leninista di ferro passato al dissenso, che ha avuto il coraggio di dire a se stesso «ho dato la vita per un falso ideale».
Non bisogna avere paura
Le grandi figure del dissenso conservano ancor oggi tutto il loro fascino e la loro verità. Al CMC di Milano, il 16 novembre scorso, è intervenuta Nijolė Sadūnaitė, protagonista della resistenza cattolica in Lituania.
I ragazzi di piazza Majakovskij
Tra la fine degli anni ’50 e i primi anni ’60 un gruppo di ragazzi tenne in scacco l’apparato repressivo del regime sovietico, organizzando una serie di incontri e di letture pubbliche di testi poetici non autorizzati.
Charta 77 – Il dissenso come categoria del vivere civile
La storia del movimento di Charta 77, nato inaspettatamente a dieci anni dalla fine della primavera di Praga.
Le avventure dei testi scritti in clandestinità
La mostra «Dalla censura e dal samizdat alla libertà di stampa», allestita presso l’Università degli Studi di Milano, è stata un’occasione per conoscere una delle modalità di espressione della grande stagione del dissenso.
Addio a Neubauer, filosofo del dissenso
È scomparso a Praga, il 5 luglio scorso, il professor Zdeněk Neubauer, scienziato e filosofo che ha lasciato un’impronta indelebile nella storia del dissenso ceco.
Aleksandr Esenin-Vol’pin: Partiamo dalla legge
Geniale figlio d’arte, matematico, Esenin-Vol’pin ha fatto il dissidente usando il Codice penale. Persino la legge sovietica era un buon punto di partenza per ristabilire la legalità. Famoso il suo “Prontuario per affrontare l’interrogatorio”.
Evgenija Ginzburg: la vertigine del vero
Comunista esemplare caduta in disgrazia sotto Stalin, Evgenija Ginzburg conobbe i lager sovietici e fu tra i pionieri della letteratura del GULag.
Quel ragazzo che lanciò il samizdat
Aleksandr Ginzburg, morto a Parigi il 19 luglio 2002, fu uno dei protagonisti dell’epopea
iniziata nel luglio 1958. La sua figura in questa scheda pubblicata su “La Nuova Europa” 5/2002.
Roginskij un anno dopo
«Dio non è dei morti, ma dei viventi; perché tutti vivono per Lui». (Lc 20,38) È passato più di un anno dalla morte di Arsenij Roginskij. Il 30 marzo era […]
Ljudmila Alekseeva: lei nei diritti umani ci credeva
Ljudmila Alekseeva aveva l’anima della dissidente. Credeva nella dignità della persona e nei suoi inalienabili diritti, anche in democrazia. Sapeva come parlare col governo, senza inutili provocazioni ma anche senza peli sulla lingua.
Blog
Naval’nyj: la memoria e l’immagine
Naval’nyj ha esaltato il meglio dell’uomo, ricordandoci che appartiene a Cristo.
La catastrofe e l’accordatore di pianoforti
Il tempo trascorso dalla rivoluzione in qua non può essere pienamente descritto se non dalla parola «catastrofe», non c’è parola più adeguata. «Catastrofe» è il termine più comprensivo, perché include sempre qualcosa di sovrapersonale, quasi di cosmico, quasi non dipendesse neppure dagli uomini, figurarsi dal singolo; include crimini e sofferenze, e anche il democidio – parola che ho appreso di recente e che riguarda l’uccisione di un popolo da parte del proprio governo.