7 Novembre 2018

«Per il bene della comunità»: Jan Patočka nei documenti della polizia comunista

Angelo Bonaguro

Si intitola «Per il bene della comunità» un corposo volume dedicato alla figura del filosofo ceco Jan Patočka, basato sui rapporti segreti della polizia politica. Storia di un lungo duello tra lo Stato e un inerme uomo di coscienza.

Il corposo volume di 500 pagine «Per il bene della comunità», dedicato alla figura del filosofo ceco Jan Patočka secondo i rapporti della polizia politica (StB), è stato pubblicato nel 2017 dall’editrice Academia , e curato da Petr Blažek, storico dell’Istituto per lo studio dei regimi totalitari. Il libro, oltre ad una ricca appendice fotografica, riporta decine di informative che vanno dagli anni ’60 al 1977 e presentano lo sviluppo dei rapporti tra il filosofo e il mondo del dissenso, fino al tragico epilogo.

Nato a Turnov (Boemia settentrionale) nel 1907, Jan Patočka studia romanistica, slavistica e filosofia a Praga, e successivamente alla Sorbona. Agli inizi degli anni ’30 approfondisce gli studi a Berlino e a Friburgo, con Husserl e Heidegger. Rientrato in patria insegna in università fino al ’39, quando gli istituti superiori vengono chiusi dal protettorato nazista.
Nel dopoguerra torna in università per poi esserne allontanato nel ’49 dopo il colpo di Stato comunista. Negli anni ’50 lavora come collaboratore scientifico in vari istituti dell’Accademia delle scienze. Dopo l’epoca staliniana, nella prima metà degli anni ’60 è visiting professor in diverse università tedesco-occidentali. Persino i funzionari del Ministero degli interni, tracciando per sommi capi la sua biografia, riconoscono che «nel numero relativamente esiguo di filosofi cechi che hanno posizioni non marxiste, Patočka è la figura senza dubbio più interessante».
La prima documentazione della StB riportata nel volume risale agli inizi degli anni ’60, in concomitanza con un episodio accaduto a suo figlio Jan.

Una mattina d’autunno del 1960 nel parco Hvězda, alla periferia di Praga, uno studente incide in inglese su alcune pietre la scritta «I like Ike», uno slogan usato durante la campagna elettorale del presidente americano Eisenhower, detto «Ike». Il ragazzo viene notato da un tizio che sta passeggiando col cane: è un ufficiale di polizia fuori servizio che però si ferma e gli controlla i documenti. Da quel giorno Jan Patočka junior finisce nei guai.

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Angelo Bonaguro

È ricercatore presso la Fondazione Russia Cristiana, dove si occupa in modo particolare della storia del dissenso dei paesi centro-europei.

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