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3 Ottobre 2023
L’invisibile aiutante di Solženicyn
Una storia piccola ma di grande portata quella di Natal’ja Stoljarova, che Yves Hamant ha pubblicato sulla sua pagina Facebook come commosso ricordo di una figura grande e sconosciuta del dissenso. La traduzione che presentiamo è fatta sulla base di un testo più ampio, pubblicato da Hamant in russo a Mosca nel 2018.
Era l’ottobre del 1974. Proprio quell’anno avevo avuto un posto all’ambasciata di Francia in Unione Sovietica. Era una nomina abbastanza inattesa, ma d’altro canto sognavo di poter vivere a lungo in Russia, che mia moglie e io, entrambi russisti, conoscevamo già e dove avevamo parecchi amici.
Non mi facevo, per altro, troppe illusioni. Sapevo che il lavoro sarebbe stato soprattutto burocratico, sarebbe consistito soprattutto nel risolvere problemi amministrativi e materiali legati agli scambi di studenti, di ricercatori e di artisti, e che praticamente non avrei potuto avere alcuna iniziativa. Sapevo anche che gli stranieri erano raggruppati in edifici strettamente sorvegliati, che quello che facevamo e il modo in cui ci comportavamo sarebbero stati spiati, certo, non tutto il tempo, perché questo sarebbe stato impossibile, ma che avrebbero potuto esserlo e che avremmo dovuto prendere molte precauzioni per non attirare l’attenzione su certi amici che frequentavamo, dato che i contatti con gli stranieri (in particolare se si trattava di diplomatici) avrebbero potuto causar loro delle noie. L’esperienza si annunciava difficile, ma appassionante.
(Immagini nel testo: dal libro di I. Nejštadt Dve Natal’i, apertura: www.solzhenitsyn.ru)
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Yves Hamant
Ordinario di lingua russa e dottore in scienze politiche, ha insegnato presso l’Università di Parigi-Nanterre. È stato attaché culturale dell’ambasciata francese in URSS tra il 1974 e il 1979. È autore fra l’altro di una biografia di padre Aleksandr Men’ pubblicata dalla RC Edizioni.
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