7 Novembre 2017

Come si torna alla storia

Redazione

Il sogno di dedicare un monumento alle vittime del comunismo nacque negli anni ’80, alimentato dalle speranze di molti. Il lungo tragitto si è concluso quest’anno con l’inaugurazione del «Muro del dolore» a Mosca. Ne raccontiamo la storia.

Dall’inizio della perestrojka a Mosca si verificarono alcuni grandi momenti di pubblico dibattito sul progetto di un monumento alle vittime del totalitarismo. Alla fine degli anni ’80 fu bandito un concorso e migliaia di persone visitarono la mostra dei progetti, lasciando i loro commenti. Proprio dal Gruppo d’iniziativa per il monumento nacque la futura Associazione Memorial. La cronaca di questa storia si trova oggi riassunta in un portale online di Memorial, di cui offriamo la traduzione.

Nel 1987 il «Gruppo d’iniziativa Memorial» cominciò a raccogliere firme a sostegno del progetto di un monumento pansovietico alle vittime delle repressioni politiche. Nessuno aveva idea di come avrebbe dovuto essere questo monumento. Fu allora che per la prima volta la società si interrogò seriamente su quali forme dovesse assumere la memoria del passato totalitario.
Già al XXII Congresso del Partito comunista sovietico Nikita Chruščev aveva parlato della necessità di «erigere un monumento a Mosca per eternare la memoria dei compagni caduti vittime dell’arbitrio». Fu allora, nei primi anni ’60, che gli scultori Vadim Sidur ed Ernst Neizvestnyj, l’uno all’insaputa dell’altro, presero a lavorare sul progetto del futuro monumento, ma non andarono oltre gli schizzi e gli studi.

La lettura dell’articolo completo è riservata agli utenti abbonati, effettua il login o abbonati per accedere a tutti i contenuti del sito.

Abbonati per accedere a tutti i contenuti del sito.

ABBONATI