18 Aprile 2017

Evtušenko, un poeta per tutte le stagioni

Angelo Bonaguro

Ha cantato le conquiste del socialismo e demolito l’epoca staliniana, parlava con Andropov e difendeva Solženicyn. Fedele al socialismo ma critico dei suoi soprusi, ha sperato fino all’ultimo nella riconciliazione tra russi e ucraini.

Anche nel dissenso culturale d’epoca sovietica esistevano «sfumature di grigio». C’era chi restava fedele al principio di «vivere senza menzogna», pronto a pagarne le conseguenze (censura, esilio, carcere, ospedale psichiatrico, persino la morte), e c’era chi con qualche compromesso si inseriva all’interno delle strutture ufficiali cercando di ritagliarsi degli spazi di libertà secondo la benevolenza del principe. Così accanto ai Solženicyn, ai Sinjavskij, agli Havel, abbiamo avuto scrittori come Dobraczyński, Seifert, Plentzdorf, che sono sopravvissuti al totalitarismo cercando un equilibrio tra la propria creatività e la politica culturale ufficiale. Anche il poeta russo Evgenij Evtušenko, scomparso a 85 anni il primo aprile scorso, ci pare si possa annoverare in questo secondo gruppo, avendo fatto parte dell’intelligencija che Robert Conquest ha definito «liberale» e che, pur rimanendo fedele all’ideologia marx-leninista, auspicava al contempo una politica culturale meno repressiva.

Eppure di guai col regime ne ha avuti anche Evtušenko: grazie ai suoi versi elogiativi su Stalin, nel 1952 può accedere all’Istituto di letteratura Gor’kij senza aver dato la maturità, ma ne viene espulso per «sanzioni disciplinari» e per aver difeso il romanzo di Dudincev Non di solo pane, troppo apertamente critico verso il regime. Nel ’56 viene espulso anche dal komsomol, l’organizzazione giovanile del partito, per una poesia della raccolta Il viale degli entusiasti, in cui la giovane protagonista professa gli ideali comunisti con annoiata superficialità:

«Manca soltanto
ciò che vorresti tu – manca
la cosa essenziale…
Nella borsetta
porti, col profilo leniniano
il tesserino di membro komsomoliano».

Nel ’57 la stampa ufficiale stronca altre sue poesie, viene canzonato sulla Literaturnaja Gazeta e persino arrestato.

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Angelo Bonaguro

È ricercatore presso la Fondazione Russia Cristiana, dove si occupa in modo particolare della storia del dissenso dei paesi centro-europei.

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