30 Luglio 2018

Quelle prime poesie in piazza Majakovskij

Angelo Bonaguro

Il 28 luglio 1958 a Mosca fu inaugurato il monumento al poeta Vladimir Majakovskij. Dopo la cerimonia ufficiale, qualcuno dal pubblico si mise a leggere le proprie poesie. Fu uno squarcio nel grigiore sovietico, il samizdat riprendeva a vivere.

Tra le riviste sovietiche conservate presso la biblioteca della Fondazione Russia Cristiana vi sono varie annate del Molodoj Kommunist, un mensile rivolto alla gioventù comunista. Tra queste, il numero 2 del 1962 ospita l’articolo L’arrogante nullità che, al di là del titolo e dello stile tipico dell’epoca, rappresenta una delle poche testimonianze della stampa ufficiale su quanto stava accadendo in piazza Majakovskij a Mosca dall’estate del 1958: una gran quantità di persone, soprattutto giovani, si riunivano di sera a declamare poesie e a discutere, pubblicamente e con relativa libertà.
Erano «i ragazzi di piazza Majakovskij», come li abbiamo ribattezzati nel 2002 ricordando la loro storia nell’omonima mostra presentata al Meeting di Rimini.

Il 28 luglio 1958 a Mosca fu inaugurato il monumento al poeta Vladimir Majakovskij. Durante la cerimonia i poeti ufficiali lessero i loro versi alla presenza del ministro della cultura Michajlov, ma poi al termine ci fu il fuori-programma di coloro che, tra il pubblico, si misero a leggere le proprie poesie. La serata poetica improvvisata piacque a molti, e ci si accordò per proseguire regolarmente gli incontri alla «Majakovka» o al «Faro» (dalla radice del cognome del poeta, majak= faro).
Il monumento a Majakovskij – scrive Ljudmila Polikovskaja[1] – divenne in quegli anni il punto di attrazione per molti, per chi sperava che dopo il XX congresso del PCUS il «disgelo» influenzasse anche la politica culturale, o per i critici del regime, perlopiù giovani. Majakovskij era una figura sacra sia per il regime, che lo presentava come «propagandista» e vate, sia per la giovane generazione per la quale rappresentava invece un poeta ribelle e anticonformista.

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Angelo Bonaguro

È ricercatore presso la Fondazione Russia Cristiana, dove si occupa in modo particolare della storia del dissenso dei paesi centro-europei.

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