29 Gennaio 2024

L’Arcipelago GULag, Putin e l’Ucraina

Yves Hamant

Il rapporto tra Solženicyn anziano e Putin ha messo in ombra la potenza sovvertitrice del suo «Arcipelago GULag» e di tanti giudizi acuti e profetici contenuti nelle sue opere. Che invece vale la pena ricordare.

La commemorazione della pubblicazione dell’Arcipelago GULag di Solženicyn cinquant’anni fa è stata e sarà occasione per una serie di eventi e pubblicazioni e ciò è ampiamente giustificato. L’Arcipelago GULag non è solo un libro, un memoriale, è anche e forse soprattutto un atto politico e un avvenimento sociale che, oltre tutto, vanno ben oltre il loro contesto storico.
Un atto attentamente considerato e strategicamente posto in opera da parte di un uomo solo impegnato in una lotta solitaria a mani nude contro il Leviatano comunista.
L’atto di un uomo solo che tuttavia ha messo in campo le testimonianze di 257 ex prigionieri del GULag, gli zek, e l’aiuto invisibile di 118 persone per produrre il testo, nasconderlo in pezzi, microfilmarlo, farlo passare in Occidente.

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Yves Hamant

Ordinario di lingua russa e dottore in scienze politiche, ha insegnato presso l’Università di Parigi-Nanterre. È stato attaché culturale dell’ambasciata francese in URSS tra il 1974 e il 1979. È autore fra l’altro di una biografia di padre Aleksandr Men’ pubblicata dalla RC Edizioni.

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