23 Marzo 2018

Quattro «eroi invisibili» premiati a Praga

Angelo Bonaguro

Nei paesi dell’ex-blocco socialista sussiste il problema della memoria, innanzitutto la memoria dei due totalitarismi del XX secolo. Alcuni storici cechi hanno creato l’associazione Post Bellum che si concentra soprattutto sulla «memoria del bene».

Dal 2010 Post Bellum conferisce un premio annuale dedicato alla Memoria a cittadini perseguitati durante i due totalitarismi che hanno interessato la Cecoslovacchia nel ‘900.
Post Bellum è nata con l’intenzione di studiare i regimi totalitari del XX secolo attraverso testimonianze e documenti d’archivio. Dal 2008, in collaborazione con la Radio ceca e l’Istituto per lo studio dei regimi totalitari, gestisce anche un portale online che presenta vari progetti di storia orale completi di audio, video, immagini e trascrizioni delle interviste. Sul portale sono disponibili oltre 4.000 schede di vittime dei regimi totalitari o delle guerre, che hanno vissuto in 13 paesi in un lasso di tempo che va dalla Seconda guerra mondiale alle guerre in Cecenia negli anni 2000. Molti di questi materiali vengono utilizzati per le trasmissioni radio Storie del XX secolo mentre grazie ai progetti formativi per le scuole gli studenti sono coinvolti nella compilazione di ricerche d’archivio e nella raccolta di storia orale.
Il 17 novembre scorso, in occasione della festa nazionale, Post Bellum ha premiato quattro ex-detenuti «politici»: la slovacca Mária Luptáková Matejčíková, e i cechi František Suchý, Otto Šimko e don František Lízna. Quattro vicende diverse di «eroi invisibili» che hanno segnato l’epoca passata e che sono state presentate presso il Teatro nazionale di Praga con la diretta delle tv ceca e slovacca.

Dall’odio al comunismo alla missione tra gli ultimi

Appare sul palco con la calma che gli è propria, don František Lízna, grato riceve la targa e i fiori che rimette subito nelle mani del presentatore. È lui l’«attore» principale ora, sa tenere la scena, saluta i suoi superiori e subito dopo, sempre in diretta tv, rivolge un saluto ad Otta Bednářová presente in sala, una dissidente che dopo l’89 aveva rifiutato un premio proprio perché non si sentiva degna di riceverlo, lei che era stata nelle fila del Partito.
Il presentatore lo stuzzica bonariamente sui recenti risultati elettorali: c’è ancora una fetta di popolazione che vota comunista…
«Hanno perso eh? Benissimo…» – commenta il gesuita.
«Sì, però hanno ricevuto circa 400mila voti».
«Beh, ma saranno più o meno vecchi come me, che si preparano all’eternità, all’incontro con Cristo!… Perché – si rivolge alla platea e si fa serio – vi prego di capire che anche i comunisti fanno parte del nostro popolo, e dobbiamo pregare perché anche loro entrino nel Regno dei cieli».

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Angelo Bonaguro

È ricercatore presso la Fondazione Russia Cristiana, dove si occupa in modo particolare della storia del dissenso dei paesi centro-europei.

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