4 Marzo 2016

Quel ragazzo che lanciò il samizdat

Marta Dell'Asta

Aleksandr Ginzburg, morto a Parigi il 19 luglio 2002, fu uno dei protagonisti dell’epopea
iniziata nel luglio 1958. La sua figura in questa scheda pubblicata su “La Nuova Europa” 5/2002.

Uno dei «ragazzi degli anni ‘60» se n’è andato.
A chi di quegli anni drammatici ed esaltanti in URSS serba un ricordo forse un po’ episodico, si offre la preziosa occasione di ricostruirne le fasi, gli ideali, il sacrificio.
Aleksandr Ginzburg fu un «ragazzo di piazza Majakovskij», anzi, fu un promotore delle riunioni poetiche e l’ideatore della prima rivista clandestina. Anche lui era tra quegli studenti che buttarono a mare università, professione, benessere non in nome di un ideale teoricamente definito, ma di un gusto di vita, di amicizia, di bellezza che li aveva sorpresi e soggiogati. Nessun dissidente ha fatto più di lui per la nascita della cultura indipendente e della coscienza civile in URSS.
Figlio di Sergej Čižov, famoso architetto sovietico morto in prigione nel 1937, Ginzburg (che era nato a Mosca nel 1936) a vent’anni si era iscritto alla facoltà di giornalismo e subito si era dato da fare lavorando un po’ nel teatro, nel cinema, alla televisione; era diventato anche corrispondente del quotidiano «Moskovskij komsomolec».
Ma alla fine degli anni ‘50 nella sua biografia incominciarono a farsi notare certe deviazioni dalla normalità sovietica: fece amicizia con un gruppo di pittori non conformisti che abitavano a Lianozovo, fuori Mosca, e che tutte le domeniche raccoglievano a casa propria pittori, poeti, intellettuali d’ogni tipo, per guardare quadri, o sentire poesie o fare discussioni su argomenti proibiti. C’erano molti giovani in quell’ambiente, e ciascuno, ogni volta, portava qualche amico; così il gruppo cresceva di continuo. Ricorda il pittore Oscar Rabin, iniziatore di quegli incontri: «A giudicare dall’interesse con cui Aleksandr Ginzburg guardava i quadri e ascoltava le poesie, si poteva dire che quelle riunioni gli si confacevano perfettamente. Incominciò a venire spesso, e quasi sempre con nuovi amici».

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Marta Dell'Asta

Marta Carletti Dell’Asta, è ricercatrice presso la Fondazione Russia Cristiana, dove si è specializzata sulle tematiche del dissenso e della politica religiosa dello Stato sovietico. Pubblicista dal 1985, è direttore responsabile della rivista «La Nuova Europa».

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