7 Ottobre 2020

Baracche invece di icone. La pittura di Oscar Rabin

Tat'jana Vendel'štejn

Oscar Rabin iniziò come giovane pittore dell’avanguardia underground sovietica. Poi emigrò e divenne famoso in America. Voglia di libertà, anche espressiva, e sensibilità al problema religioso erano le sue caratteristiche.

Oscar Rabin (1928, Mosca – 2018, Firenze) è stato uno dei fondatori del gruppo artistico informale «Ljanozovo», e l’organizzatore dell’ormai famosa «mostra dei bulldozer» nel 1974. Esponente di spicco dell’avanguardia russa, nell’arte come nella vita è stato un non conformista; non potendo lavorare ed esprimersi in patria, dov’era accusato di «parassitismo», passa in Europa e nel 1978 gli viene tolta la cittadinanza sovietica, che gli sarebbe stata restituita quando ormai era all’apice del successo, nel 1990. Oggi le sue opere sono presenti nei maggiori musei russi. Nel 2007 la Galleria Tret’jakov gli ha dedicato una grande mostra.
Pur non essendo un cristiano praticante, Oscar Rabin ha sempre avuto un’acuta, vivida percezione del problema religioso, e tutta la sua opera è attraversata da immagini e simboli cristiani, che trovano echi profondi nella sua esperienza umana e artistica.

La lettura dell’articolo completo è riservata agli utenti abbonati, effettua il login o abbonati per accedere a tutti i contenuti del sito.

Tat'jana Vendel'štejn

Critica d’arte (n. 1954), ha pubblicato alcune raccolte di poesie. Lavora alla Galleria Tret’jakov come conservatrice della collezione Tapochkin, e ha curato più mostre di arte contemporanea.

LEGGI TUTTI GLI ARTICOLI

Abbonati per accedere a tutti i contenuti del sito.

ABBONATI