3 Ottobre 2016

Le avventure dei testi scritti in clandestinità

Angelo Bonaguro

La mostra «Dalla censura e dal samizdat alla libertà di stampa», allestita presso l’Università degli Studi di Milano, è stata un’occasione per conoscere una delle modalità di espressione della grande stagione del dissenso.

«Improvvisamente nacque il samizdat. Nessuno sa come sia incominciato, nessuno sa come funzioni, eppure c’è, esiste e risponde alla reali esigenze del lettore. Alla fine c’è sempre qualcuno che ritorna in sé e si scuote di dosso la maledizione del letargo». Le parole di Nadežda Mandel’štam dal Secondo libro di memorie aiutano a cogliere l’idea di fondo dell’editoria clandestina d’epoca sovietica, presentata nella mostra organizzata da Memorial Italia e dalla Biblioteca Statale di Storia della Federazione russa ed esposta a fine settembre presso l’Università degli Studi di Milano.

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Angelo Bonaguro

È ricercatore presso la Fondazione Russia Cristiana, dove si occupa in modo particolare della storia del dissenso dei paesi centro-europei.

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