18 Aprile 2019

Svetlana Aleksievič: Queste croci rimarranno nella memoria

Redazione

А Kuropaty, durante il grande terrore furono fucilate e gettate in fosse comuni circa 200.000 persone. Oggi il sito ospita migliaia di croci piantate spontaneamente dalla gente, ed è luogo di preghiera per tutte le confessioni cristiane. Ma lo scorso 4 aprile le autorità hanno mandato i bulldozer a rimuovere le croci. Pubblichiamo l’opinione della scrittrice bielorussa Svetlana Aleksievič.

А Kuropaty, una zona boschiva a nord est di Minsk, durante il grande Terrore furono fucilate e gettate in fosse comuni migliaia di persone (alcune fonti parlano di 200.000). Scoperto alla fine degli anni ‘80 e proclamato monumento di Stato e memoriale della repressione, il sito ospita oggi migliaia di croci piantate spontaneamente dalla gente, ed è luogo di preghiera per tutte le confessioni cristiane. Ma lo scorso 4 aprile le autorità hanno mandato i bulldozer a rimuovere le croci; allo Stato la religione va bene finché non assume posizioni proprie. Gli attivisti che protestavano sono stati arrestati. Pubblichiamo l’opinione della scrittrice bielorussa Svetlana Aleksievič, premio Nobel per la letteratura nel 2015.

Le autorità vorrebbero mettere sotto stretto sigillo questo periodo della nostra storia, perché è il segno della loro illegittimità. Non importa che abbiano il 90 o il 99% dei consensi alle elezioni, è il loro passato in quanto tale a delegittimarle; e non basta il mito della grande vittoria sui nazisti a nasconderlo, perché anche questa vittoria ha un volto terribile, di cui anche noi preferiremmo non parlare.

Mettere il passato sotto sigillo: o perlomeno, come sta tentando di fare Lukašenko, piegarlo a regole comode e ben determinate, ridurlo a un monumento di Stato, sotto il quale deponiamo i fiori nei giorni stabiliti. Tenere tutto sotto controllo. In Russia avere un’opinione diversa sulla guerra è quasi un crimine; qui non siamo ancora arrivati a tanto ma già lottiamo contro lapidi e croci. Almeno per la Quaresima sarebbe stato giusto sospendere tutto.

Perché non si sono fermati? Ricordate le parole di Lukašenko? «Sono un ortodosso ateo».

La loro unica religione è il potere, tutte le altre religioni sono solo uno strumento per consolidare il potere, non un segno della loro autentica religiosità.

Probabilmente in Polonia non sarebbe potuto accadere niente di simile: Quaresima, i bulldozer, le croci sradicate via dalle tombe degli antenati, distese a terra, trascinate via dai trattori. Scene terribili.

Credo che questa sarà una svolta decisiva per la nostra storia. Certamente non avverrà come in Georgia, migliaia di persone indignate scese in strada, ma è un fatto che resterà nel cuore della gente, che verrà ricordato e condizionerà il nostro rapporto con il potere. E non mi capacito che un politico tanto esperto possa commettere errori del genere.

Il sito di Kuropaty

Credo che le reazioni della società saranno le più disparate. Alcuni, quelli che solitamente rappresentano la nostra opposizione, diranno o faranno qualcosa; altri si recheranno direttamente lì; altri ancora avranno degli alibi: «ho figli», «perderei il lavoro».

Il punto è che questo potere autoritario rende tutti suoi complici. Tutti saldamente coinvolti e, di fatto, tutti che si tradiscono a vicenda, tradiscono quel che usiamo chiamare «futuro». Purtroppo nella nostra società tali questioni non vengono neanche sollevate. Per qualche motivo, il futuro viene ridotto alla sua sfera materiale: comprare qualcosa, andare da qualche parte, tirare su i bambini; il sistema di valori spirituali, tra cui quelli religiosi, non è radicato nella nostra coscienza. Il potere, cogliendo tale debolezza della società, si comporta in modo piuttosto protervo, senza doverne rendere conto.

Da trent’anni è stata trovata una forma assolutamente unica di monumento, questa enorme selva di croci. È ciò che ho visto io in questo monumento, le sterminate foreste della memoria, che hanno prodotto su di me una fortissima impressione. Neanche nei peggiori incubi sarebbe stato possibile immaginare che lì si costruisca un ristorante e che il presidente ci vada a bere un thé o un bicchierino di vodka, come dice. È assolutamente al di là di ogni concezione umana e di ogni legame spirituale.

Ed è tanto più sorprendente se si considera che stiamo vivendo tempi difficili, che siamo ai ferri corti con la Russia. Credo che, contrariamente a quanto avviene, un presidente dovrebbe cercare una via di accordo con la società, dovrebbe utilizzare l’idea nazionale, la gioventù lo considererebbe un alleato. Perciò questa «croceclastia» è ancora più incomprensibile.

Perfino io – che sono ormai abituata al continuo conflitto con il potere, e che dal potere non mi aspetto nulla di buono –, perfino io sono stata presa alla sprovvista. Non pensavo che noi, come società e come governo, fossimo scesi così in basso da permettere al potere di far quello che ha fatto senza che la società reagisca in alcun modo.

È chiara una sola cosa, che lo Stato combatte l’iniziativa popolare, che vuole tenere tutto sotto il suo controllo, senza capire che è impossibile tenere tutto sotto controllo. Queste croci rimarranno comunque nella memoria, nella nostra coscienza.

(fonte: news.tut.by)

 

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