21 Gennaio 2020

E non state stretti, sulle vostre isolette?

Vladimir Zelinskij

Sacerdote ortodosso (del Patriarcato di Mosca) è filosofo, teologo e traduttore. Dal 1991 vive in Italia, ha insegnato lingua e civiltà russa all’Università cattolica di Brescia e di Milano. Ha al suo attivo numerosi testi di teologia e spiritualità.

Ho tenuto un corso di ecumenismo al seminario di Reggio Emilia, è la terza volta per me.
Prima lezione introduttiva: l’ortodossia nel mondo e l’ortodossia in Italia.

Guardo questi seminaristi con istintiva simpatia. Ordinati, cordiali, puliti, fortemente motivati a seguire la propria vocazione. La metà sono africani. Bravi ragazzi sui vent’anni, che già hanno scelto con coraggio il celibato perpetuo, e che mi guardano con una disposizione piena di rispetto. Affascinati dalla grande spiritualità di noi ortodossi…

Racconto cose ben note: come si è verificato lo scisma tra Occidente e Oriente, come la nostra ortodossia si è diffusa in tutto il mondo, come ha formato la Pentarchia, come si è suddivisa nella 14 Chiese autocefale dette canoniche. Che significa «canoniche»? Significa che si trovano in comunione di fede, di preghiera e di sacramenti. Per voi il criterio di canonicità è permanere nella giurisdizione del vescovo di Roma, mentre per noi è nella comunione delle Chiese tra di loro. Anche se è pur vero che aldilà della comunione inizia subito la rottura della comunione. Che non è solo il non volersi conoscere l’un l’altro, ma è l’attivo disconoscimento reciproco, sino al rifiuto.

Il non riconoscimento avviene su due piani: amministrativo e dottrinale. Così, la Chiesa ortodossa americana non è riconosciuta, ad esempio, da Costantinopoli, perché nel 1970 ha ricevuto l’autocefalia da Mosca, che non si era consultata con la sede ecumenica. Mentre la Chiesa apostolica estone nel 1995 è stata creata da Costantinopoli sul territorio canonico della metropolia estone del Patriarcato di Mosca, ed ora viene duramente bandita.
Ma un’altra e più importante divisione si delinea in base a chi è più fedele alla verità, così come viene intesa dalle Vere Chiese ortodosse che si sono separate.

Quando la Grecia passò al nuovo calendario nel 1924, dalla Chiesa ellenica di Stato si staccarono un bel numero di parrocchie che non accettarono il cambiamento. Perché per i super ortodossi il calendario, a partire dal quale si calcolano tutte le feste, è una componente sacra delle fede. Oggi, a quanto pare, in Grecia esiste una decina di diverse giurisdizioni che non si riconoscono vicendevolmente, e il grado di rifiuto reciproco si misura sul rifiuto dell’ecumenismo. L’ecumenismo rappresenta la ricezione più diretta e semplice, ingenua e non erudita delle parole di Cristo «che siano una cosa sola», invece qui diventa l’eresia di tutte le eresie e il tradimento di Giuda contro Cristo stesso.

Per quanto riguarda l’Italia, in Occidente – che si sappia – è il paese più ortodosso. Siamo quasi due milioni. Perlomeno sette Chiese autocefale canoniche risiedono sul territorio della Repubblica italiana. Teoricamente sono quasi tutte in comunione, praticamente non si considerano tra di loro. E perché mai dovrebbero? Un romeno non andrà mai a una celebrazione dei russi se il suo prete fosse assente; così come un russo non andrebbe mai dai romeni.

Due ore passano in fretta, ma ancora non ho detto quasi niente degli altri ortodossi, dei vecchi credenti russi, i quali dal XVII secolo sono perseguitati ma esistono ancora, e non hanno intenzione di morire o di trasformarsi in un museo. E poi c’è il tema attuale della Serbia e del Montenegro. Quanto all’Ucraina, ci vorrebbe un sacco di tempo. Non saprei neanche come renderlo in italiano: la «Chiesa ortodossa ucraina» e la «Chiesa ortodossa di Ucraina», cogliete la differenza? La prima è una metropolia del Patriarcato di Mosca, l’altra è quella recentemente creata da Costantinopoli, e sono in un conflitto implacabile. Nel quale sono state coinvolte anche le Chiese di Grecia e di Alessandria. E non è che l’inizio…

Guardo i volti di questi giovani cordiali e cerco di immaginare come appaio ai loro occhi, che impressione gli faccio… cosa frulla nelle loro teste…

Sì, voi ortodossi avete l’antica tradizione, lo splendore delle icone, la spiritualità e i Santi Padri, e la liturgia così solenne… Certo, nel 1054 avevate anche ragione sul filioque, il clero sposato o l’assenza del digiuno il sabato. E il nostro cardinale Umberto di Silvacandida è trasceso un po’. Ed ora abbiamo la crisi delle vocazioni e dal celibato non riusciamo a venire fuori.
Eppure, una volta saltati giù dalla barca di Pietro vi siete trasferiti su varie scialuppe di salvataggio, navigando ciascuno per proprio conto. E avete continuato ad allontanarvi sempre più gli uni dagli altri, affermando che solo la vostra barca era il ricettacolo della verità e il pegno della salvezza.

E surrettiziamente avete congiunto questa verità con i vostri paesi e territori, gli imperi, gli zar, le lingue o i riti unici e immutabili, senza accorgervi degli altri o ascrivendoli immediatamente tra gli eretici e scismatici. Talvolta queste verità occupano continenti interi, come la Russia, talvolta si restringono a un’isoletta dove non metti insieme neanche una decina di fedeli. Ciascuno ha le sue incommensurabili ricchezze che conserva solo per sé; i suoi cieli cui è vietato agli altri accedere ma non c’è un centro riconosciuto da tutti del quale dobbiate necessariamente tenere conto, e che vi potrebbe riconciliare.
E non state allo stretto sulle vostre isolette di salvataggio?

Dell’Ucraina parlerò un’altra volta.