Portiamo un fantasma sulle spalle
23 Marzo 2022Se esiste un muro che i semplici fatti non possono penetrare, cosa stiamo a parlare di argomenti e di ragioni?
Se esiste un muro che i semplici fatti non possono penetrare, cosa stiamo a parlare di argomenti e di ragioni?
La violenza ha bisogno di giustificazioni, che sono sempre false. Quando impareremo a guardare inermi la realtà?
Anch’io ricordo l’assassinio di padre Men’, e il senso di un cammino tranciato di netto.
Il senso e il ruolo delle fastose celebrazioni che si moltiplicano in Russia oggi.
Come una piccola folla tornata in Armenia per combattere, nella storia gruppi etnici diversi hanno assecondato la forza del sentimento nazionale in vari modi. Ciò che non cambia è la libertà di scegliere come usarla.
Tra ondate di odio distruttore e di mitizzazione nostalgica, dove va la storia?
Esiste un virus della mente che si comporta come il Covid-19, contagioso e mutevole, ma persistente…
«…Sì, voi ortodossi avete l’antica tradizione, lo splendore delle icone, la spiritualità e i Santi Padri, e la liturgia così solenne…
Eppure, una volta saltati giù dalla barca di Pietro vi siete trasferiti su varie scialuppe di salvataggio, navigando ciascuno per proprio conto».
Visto da lontano, il sacerdozio affascina per la vicinanza con Dio. Sembra che appena passata la soglia, già vi si è dentro. Ma la vicinanza si ritira.
Nel ricordo commosso che tanti ortodossi oggi fanno di un «padre dei poveri» come Jean Vanier, si tocca con mano che il cuore della fede è uno, e la santità un bene condiviso.
La politica ci ricorda che il 2 marzo Michail Gorbačev ha compiuto 88 anni. Nei suoi confronti ci sono due sentimenti incredibilmente condivisi da noi tutti: la più radicale condanna, che può venire dall’odio istintivo per il tradimento o dal disprezzo perché si è fermato a metà; e il rifiuto altrettanto radicale di volerci capire qualcosa lasciando da parte cliché ed emozioni.
La memoria, quella vera e non sentimentale, ci deve trovare vulnerabili al dolore degli altri
In internet ho intravisto una fotografia del funerale dello scrittore Andrej Platonov, il 5 gennaio 1951. Probabilmente, io che scrivo rimango oggi l’ultimo ad aver visto e a ricordare il […]
Non vorrei stuzzicare i lettori russofoni con i miei discorsi, ma c’è nella storia dell’autocefalia ucraina un particolare su cui nessuno, fra quanti scrivono con intelligenza, con rabbia, con micidiale […]
Mi chiederete cosa c’entra l’icona. L’icona della Vergine è colma di silenzio. Davanti a quello che è successo ai bambini a Kemerovo non si trovano parole adeguate. C’è il cordoglio, […]