Se Dio non risponde, vuol dire che tocca a noi
3 Giugno 2024Chiediamo a Dio che fermi il male, e invece possiamo fare molto…
Chiediamo a Dio che fermi il male, e invece possiamo fare molto…
Un anno nell’emigrazione, una «vita nova» abbagliante e terribile.
La vita è bella anche se è in corso una tragedia. Se lo dimentichiamo lasciamo vincere il male.
Non si tratta di stracciarsi le vesti pubblicamente, ma di parlare onestamente di dolore e responsabilità.
L’ostilità verso i russi che serpeggia in Europa è una strada pericolosa per tutti.
Chiudere i teatri e bombardare i civili rientrano nello stesso copione.
In rete si scrive che tutti odiano i russi, che gli ucraini non vorranno mai più parlare russo… Ma è veramente così? A cosa serve caricare i toni? La rete è miope.
Ci sono voci dal valore inestimabile… quelle dei singoli che non rinunciano a dire io.
La schiettezza ossia il linguaggio che pungola l’indifferenza.
Scimmiottiamo i sentimenti, la compassione e ci sentiamo a posto. E il rischio di un rapporto diretto?
La preghiera più intensa non può dimenticare il mondo, perché Dio è lì.
Tutto può aiutarci a rientrare in noi stessi, basta cogliere le occasioni. E perdonare non è una passeggiata…
Se nessuno ha bisogno di noi, noi invece abbiamo bisogno degli altri… Per fortuna.
Si può ringraziare anche in tempo di Covid? Certo che si può.