11 Marzo 2024

Lezioni di ateismo e il cavaliere Ponzio Pilato

Ol'ga Sedakova

Poetessa, scrittrice e traduttrice moscovita, è docente alla Facoltà di Filosofia dell’Università Statale Lomonosov. Erede della tradizione della grande cultura russa, la sua opera è tradotta in numerose lingue e ha ottenuto riconoscimenti, quali il premio Solov’ëv e il premio Solženicyn.

L’uscita del film Il Maestro e Margherita di Michail Lokšin, mi ha ricordato un episodio che vi racconto.

Non so in che anno sia stata abolita questa materia all’Università statale di Mosca, ma per noi al primo anno di Filologia, il primo esame scritto da dare era Ateismo scientifico. Questa scienza sulla cosa più importante si trascinava dietro un’intera sequela di ulteriori scienze: Storia del PCUS (due annualità), Economia politica (due annualità, una dedicata al capitalismo e l’altra al socialismo), Materialismo storico e Materialismo dialettico (uno per anno), Estetica marx-leninista… poi forse c’era anche qualcos’altro… e infine, a coronare la serie, c’era Comunismo scientifico, sul quale si dava l’esame di Stato. Insomma, un percorso quinquennale portava il futuro filologo dall’Ateismo scientifico al Comunismo scientifico.
Lo scritto di Ateismo era preceduto da un corso semestrale di lezioni a frequenza obbligatoria.

Ci teneva il corso un personaggio privo di qualsiasi qualità memorabile, di mezza età, professore di ateismo. Teneva le sue lezioni non peggio di Julija Latynina, e nello stesso stile. Molto scientifico. Un po’ meno enfatico, forse, come se andasse dicendo silenziosamente tra sé «il lavoro è lavoro». Il suo compito era molto ampio: non si limitava a demolire l’Antico e il Nuovo Testamento, come la Latynina, ma tutte le religioni e credenze mondiali. Cosa che alleviava i tormenti morali di quelli – pochissimi all’epoca – cui la coscienza rimproverava di scrivere certe cose all’esame.

Già ho raccontato come riuscii felicemente a superare lo scritto sottoponendo a una critica spietata lo zoroastrismo (questo fu il tema estratto a sorte).

Insomma, una volta, dopo aver tenuto l’ennesima lezione sul Nuovo Testamento, il professore di ateismo si mise a rispondere alle nostre domande, che gli facevamo pervenire tramite bigliettini. Ne aperse uno e lesse:

«Avvolto in un mantello bianco foderato di rosso sangue, con il passo strascicato del cavaliere, il mattino presto del quattordicesimo giorno del mese primaverile di Nisan…».
«Non capisco bene…» – disse il professore.
E tutto il vasto uditorio studentesco scoppiò in una risata.
Era proprio a questo scopo che lo avevo scritto…

In quel periodo Il Maestro e Margherita era già uscito su una rivista letteraria. Non tutti l’avevano letto. Il professore di ateismo evidentemente no.