16 Febbraio 2017

Padre Romano cambiava il mondo attorno a sé

Tat'jana Krasnova

Docente presso la facoltà di Giornalismo dell’Università Statale di Mosca Lomonosov, coordinatrice dell’Istituto di beneficenza per bambini “Una busta per Dio“.

Non è la prima volta che mi succede: quando persone molto care muoiono lontane da me, è come se la distanza cancellasse per me la loro scomparsa.
Sì, per ora non riesco a immaginarmi la mia amata villa di Seriate senza di lui. Così come non riesco a immaginarmi la liturgia senza il padre.
L’ultima volta eravamo stati alla messa nel suo studio, ormai non era più in grado di scendere in chiesa; ma lui era una di quelle persone che trasformano in santuario lo spazio intorno a sé, ovunque siano.
Anche la cucina della villa, dove mi sono fatta mille volte il caffè in questi venti e passa anni, non riesco a immaginarmela senza di lui. Mi sembra che lui debba essere ancora lì.
Che tristezza sarà andarci e non trovare il padre.
Ma non è di questo che volevo parlare.

Padre Romano era una di quelle persone che determinano e cambiano la vita intorno a sé.
Senza prediche. Onestamente, non sono molto sicura che nel mondo frenetico, assordante che ci circonda qualcuno oda le parole dell’altro.
Lui cambiava il mondo intorno a sé con la sua presenza. Con la sua persona.
Con la sua fermezza. Con la sua accoglienza. Ma soprattutto con il suo affetto.
È passata una vita da quando fu proprio lui a mandarmi a Venezia, al monastero delle carmelitane, tracciando così in un sol gesto tutta la mappa della mia vita, riportandovi in un sol colpo quello che oggi è tutto il mio mondo e la cerchia delle persone che conosco e amo.
Arrivata in monastero, mi sentii avvolta da un affetto che aveva dell’incredibile per me, che conoscevo il cristianesimo solo attraverso i libri. Il secondo o il terzo giorno chiesi alle suore: «Ma perché?! Perché mi trattate così? Io non ho fatto niente per meritarmelo…».
Anche la loro risposta avrebbe segnato per sempre la mia vita: «Insieme a te, è arrivato qui da noi Cristo!». Così, per la prima volta venni a sapere che al mondo esistono organi della vista attraverso cui in me (in me!!!) è possibile vedere Cristo. Non quello che vedo io guardandomi allo specchio, non quello che vedono tutti – ma Cristo.

Oggi, ascoltando e leggendo quelli che fanno memoria di lui, ho capito che padre Romano vedeva la mia infelice patria proprio con questi occhi.
E se da vecchia riuscirò a irritarmi un po’ di meno e a non serbare rancore, se riuscirò ad amare di più e a provare compassione, vorrà dire che sarò riuscita ad acquistare una piccola «diottria» di questa vista. Vale la pena di darsi da fare a questo scopo.
Grazie, padre, perché oggi so con certezza che questo è possibile.