15 Ottobre 2016

Bob Dylan è di stoffa buona

Tat'jana Krasnova

Docente presso la facoltà di Giornalismo dell’Università Statale di Mosca Lomonosov, coordinatrice dell’Istituto di beneficenza per bambini “Una busta per Dio“.

Vorrei dire una cosa su Dylan.
Ho stampato i testi delle sue canzoni. Le ho scaricate sull’iPad.
Ho detto ai ragazzi che il Nobel lo danno a gente che cambia il mondo.
Poi abbiamo letto i testi. Abbiamo sentito le canzoni. E i ragazzi mi hanno chiesto cosa c’è dentro di speciale. O meglio, come si chiama quel che hanno sentito. Insomma, perché ti prende?
Bisogna capire il perché. C’è dentro qualcosa, ma cosa?
Perché non stacchi lo sguardo da un giovane con l’armonica a bocca che si muove sullo schermo in bianco e nero? Non è neanche un videoclip… Perché?Allora ho detto loro che si tratta della libertà. E che quando è di stoffa buona, non comprata, non di celluloide, davvero non si riesce a staccare gli occhi.
E gli ho raccontato tutto insieme di Burroughs, Kerouac, Woodstock…
Hanno finito la lezione tutti zitti. All’intervallo qualcuno è venuto a chiedermi quali altri premi Nobel per la letteratura ci sono stati.
E io gli ho recitato i versi:

«Il vento del nord-ovest lo solleva
Sopra la vallata grigio azzurra,
lilla, porpora, scarlatta del Connecticut…»*

Qualcuno di loro mi ha chiesto se era americano, quel poeta.
Ho esitato un attimo, e loro han detto che fa niente se non mi ricordo, lo trovano da soli in internet, ricordavano i versi…
Vediamo lunedì, che mi raccontano…

* Iosif Brodskij, Grido autunnale dello sparviere

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