23 Dicembre 2021
Come se non ci fossero mai stati…
Tat'jana Krasnova
Docente presso la facoltà di Giornalismo dell’Università Statale di Mosca Lomonosov, coordinatrice dell’Istituto di beneficenza per bambini “Una busta per Dio“.
Un’amica mi ha mandato i dati del Centro russo per lo studio dell’opinione pubblica, secondo cui 1 rispondente su 5 non sa sciogliere la sigla URSS (non conosco l’età dei rispondenti); solo 5 interrogati su 100 ricordano cos’erano la penuria e le code; uno su 100 sa cosa fosse la cortina di ferro.
Mi sono ricordata all’improvviso che una volta mentre sgomberavo un soppalco, mi erano caduti in testa alcuni libriccini, tra cui il mio abbecedario. Mia figlia, che allora aveva 6 anni e già leggeva spedita, si interessò molto all’abbecedario. Sulla prima pagina, naturalmente, era raffigurato un certo signore col berretto e gli occhi strizzati in modo tipico.
Mamma, chi è questo tipo?! – aveva domandato mia figlia.
Ma dai, davvero non lo sai?! – mi ero stupita io, – è il nonno…
Di chi?
A quel punto avevo preferito stare zitta, e tra me e me avevo espresso un giudizio di valore all’indirizzo del mausoleo, che si potrebbe riassumere brevemente nell’espressione «Alla faccia tua, figlio di una cagna!».
Però è curioso. Allora mi sembrava grandioso che la mia bambina non sapesse chi era il nonnetto stampato sull’abbecedario; o che il giovane tassista chiedesse cosa aveva fatto di male la povera «kalina» (bacca rossa) perché avessero voluto cambiare nome al viale Kalinin [che era invece un bolscevico].
Adesso invece penso che sarebbe stato meglio raccontare tutto dall’A alla Z… Magari li avrei messi in guardia da qualcosa.
Anche se non ci credo del tutto…
Ma c’è un altro pensiero che mi consola: che anche il nostro attuale svanirà nella memoria come quelli.
Il problema è che rischio di non vivere abbastanza per vederlo. Ahimè…
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