25 Luglio 2019

Il proibizionismo ci aiuterà

Tat'jana Krasnova

Docente presso la facoltà di Giornalismo dell’Università Statale di Mosca Lomonosov, coordinatrice dell’Istituto di beneficenza per bambini “Una busta per Dio“.

Ho avuto un pensiero molto triste: questa nostra grande letteratura russa – così tesa, sofferta, amara, disperata, paradossale, straziante come la nostra vita, raffinata, dolorosa e dolente; una letteratura dove Stolz ha ragione ma tu preferisci Oblomov; dove Karenin che soffre per Anna ci fa più pena di Anna che finisce sotto il treno; dove non capisci quale personaggio di Dostoevskij ti ripugna di più ma non riesci a smettere di leggere; dove il più spaventoso di tutti gli scrittori messi insieme è il pacato dottor Čechov… ebbene, bisogna proibirne l’insegnamento nelle scuole.

Proibire è una brutta parola, non piace neanche a me, senonché i divieti hanno un effetto stimolante.
Oppure, si potrebbero mettere alcuni autori come facoltativi per pochi scelti (cioè per gli studenti che lo desiderano molto). Non so… oppure lasciare la letteratura solo nei programmi di alcuni licei speciali…
Non starò a fare citazioni, credetemi solo sulla parola: i ragazzi non capiscono quello che leggono.
I temi migliori tra gli innumerevoli che ho letto delle prove di dicembre citavano tutti inesorabilmente Pratchett, Tolkien, Game of Thrones e il cartone Avatar.
Non scherzo e non faccio dell’ironia.