28 Aprile 2023

Russia, un abbraccio per la pace

Anna Kondratova

Un’iniziativa sorta spontaneamente tra alcuni cittadini russi: scambiare pubblicamente un abbraccio con coloro che sono a favore della pace. Ma anche per un abbraccio oggi si può essere arrestati.

Ha già la stoffa dell’imprenditore il giovane Nikita Gorbunov di Iževsk, capitale dell’Udmurtija (Russia centro-orientale). Nell’agosto dell’anno scorso ha vinto mezzo milione di rubli per implementare il business a cui si dedica da alcuni anni nel garage di casa: la creazione di oggetti in legno e resina epossidica.

Nikita frequenta l’undicesima classe delle superiori, ma non ha tanta voglia di studiare, preferisce il suo hobby e lo sport: anche qui se la cava bene e l’anno scorso, a Soči, è arrivato terzo nella categoria 18-25 anni all’«Ironstar 226», una gara di triathlon: «Credo che sia stato lo sport a insegnarmi la tenacia e ad ottenere sempre quello che voglio».

L’idea degli oggetti in legno decorati in resina è nata nel 2020: dopo averli visti su Instagram, ha seguito dei corsi su YouTube per imparare l’arte e ha cominciato a realizzare oggetti semplici per poi passare a tavoli e taglieri in quercia. I genitori lo sostengono, anche se all’inizio pensavano fosse solo un hobby e insistevano perché proseguisse gli studi, ma Nikita è deciso a portare avanti il suo business.

Russia, un abbraccio per la pace

Nikita mostra le sue realizzazioni a una fiera dell’artigianato. (social)

Il guaio di Nikita è di avere parenti e conoscenti a Dnipro, teatro della guerra. «L’ultima volta che ci sono stato avevo 10 anni, la ricordo come una città molto vivace» – ha spiegato al portale Važnye istorii. Durante il primo anno di guerra, sui social ha adottato un profilo basso, finché a gennaio un missile ha colpito l’edificio dove abitano i suoi parenti. «Avrei voluto scrivere per scusarmi di quanto accaduto ma non l’ho fatto, provavo un senso di vergogna. Anche se capisco che non c’entro nulla, io non ho votato nessuno».

A un anno dal 24 febbraio, durante una gita sugli Urali con gli amici si fa fotografare mentre distende la bandiera ucraina e posta la foto della spedizione su vKontakte. «È stata la mia prima dichiarazione pubblica. Provavo rabbia, volevo solo agire, andare da qualche parte a dire qualcosa, ma avevo paura. Mi assaliva l’apatia, la sensazione di impotenza. Pensate che sia il solo ad avere questi pensieri? Sono rimasto sconcertato quando un insegnante ha commentato il mio post usando un video di Sergej Bodrov, in cui l’attore diceva che non si deve criticare il proprio paese».

Così il 19 marzo, all’indomani delle celebrazioni locali per l’annessione russa della Crimea, Nikita si è recato al Parco Kirov dove ha fatto un picchetto solitario esponendo un manifesto con la scritta «Abbracciami se sei contro la guerra» e disegnate, in piccolo, le bandiere russa e ucraina.

Il gesto ha suscitato la curiosità di una cinquantina di persone: «Mi ha sorpreso vedere non solo i più giovani, gli adolescenti miei coetanei, ma anche persone di 35-40 anni, famiglie e anziani. Mi hanno ringraziato e appoggiato, una signora era preoccupata perché avevo le mani fredde e voleva offrirmi un caffè». Ma in un paese in cui puoi essere denunciato da un passeggero che sul metrò sbircia sul tuo telefono, come successo al moscovita Jurij Samoilov (condannato a 14 giorni di carcere), anche Nikita non poteva farla franca.

A un certo punto gli si è avvicinata una coppia che l’ha insultato e fotografato, per poi denunciarlo. Alla coppia si è aggiunta la guardia del parco che gli ha intimato di andarsene, e nel frattempo è arrivata la polizia che l’ha prelevato e fermato sulla base dell’articolo 20.3.3 del Codice degli illeciti amministrativi che, entrato in vigore un anno fa, regola la responsabilità civile per «azioni pubbliche volte a screditare le forze armate federali», e viene ormai applicato diffusamente ed «elasticamente» come succedeva con il famigerato articolo 58 per attività antisovietica; da un anno a questa parte l’applicazione di questo articolo ha permesso l’apertura di 6.296 processi, mentre sono stati 19.644 i cittadini arrestati per aver criticato in vari modi l’aggressione all’Ucraina (dati ovd-info).

Russia, un abbraccio per la pace

Nikita fermato dalla polizia. (social)

Gli agenti hanno ripetutamente fotografato il passaporto di Nikita, gli hanno preso le impronte delle suole delle scarpe e gli hanno prelevato la saliva, facendogli anche domande su cosa ne pensa dell’«operazione speciale». «Quindi mi hanno chiesto se guardo il telegiornale, cosa faccio, dove lavorano i miei genitori. Ho risposto appellandomi all’articolo 51 della Costituzione», il quale stabilisce che «nessuno è obbligato a testimoniare contro se stesso, il proprio coniuge e i parenti stretti». L’hanno costretto a sbloccare il telefono, senza però trovarvi messaggeria «sospetta», e dopo 4 ore è stato rilasciato in attesa di processo. Dopo aver studiato il caso, la corte lo ha condannato a una sanzione amministrativa pari a circa 335 euro.

Di lui hanno parlato Monetočka, una cantante che si è espressa tempo fa contro la guerra e recentemente è stata bollata come «agente straniero», e la giornalista Ekaterina Gordeeva. Così il suo gesto è stato ripetuto il 27 marzo a Samara da Oleg Šutkov, che si è presentato sul lungofiume con un cartello simile a quello di Nikita, ed è stato a sua volta fermato dalla polizia, e rilasciato con la medesima accusa.

Nikita e Oleg non sono gli unici ad offrire l’«abbraccio della pace». Prima di loro è sceso in piazza l’attivista Andrej Kalašnikov di Belgorod, che il 28 novembre scorso ha esposto il suo striscione sulla piazza della cattedrale, e poi è stato fermato col pretesto di aver commesso un furto di generi alimentari ed è stato multato per 40mila rubli – sempre sulla base dell’art. 20.3.3.

Russia, un abbraccio per la pace

L’attivista Kristina, a Belgrado. (Activatica)

Anche a Belgrado, il 23 febbraio, una giovane russa è scesa in piazza con un cartello di contenuto simile a quello dei suoi compatrioti: «Sono russa e sono contro la guerra in Ucraina. Abbracciami se anche tu sei contrario» – ma ovviamente la sua azione non ha avuto conseguenze legali.

«Molti di noi hanno sentito dire che la maggior parte dei serbi sostiene la guerra – ha dichiarato. – Ma mi è sembrato che fosse meglio non credere alle parole e verificare. E non mi aspettavo proprio che fossero così numerosi i serbi contrari alla guerra, e di ricevere tanto sostegno».

Russia, un abbraccio per la pace

Georgij, a Vladivostok. (Activatica)

Ma probabilmente il primo ad aver avuto l’idea dell’«abbraccio della pace» è stato il pensionato Georgij Kakabadze, che già il 26 febbraio dell’anno scorso girava per le strade della lontana Vladivostok con il cartello «Se sei contro la guerra, abbracciamoci». Sembra passato un secolo da allora, quando la polizia stava semplicemente a guardare senza neppure chiedergli i documenti… «I picchetti individuali forse non fermeranno la guerra, – aveva dichiarato per l’occasione, – ma almeno miglioreranno la situazione della libertà di parola in Russia». E restituiranno un po’ di dignità a tanti.


(foto d’apertura: facebook)

Anna Kondratova

Moscovita, laureata in sociologia. Ha seguito da vicino lo sviluppo del movimento d’opposizione in Russia. Giornalista e saggista.

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