29 Maggio 2020

80 anni fa, Katyn’

Anna Kondratova

Nel conto delle vittime della seconda guerra mondiale entrano anche quelle della cosiddetta «strage di Katyn’», un episodio oscuro avvenuto in URSS, la cui memoria ancora oggi disturba.


Il «massacro di Katyn’» – con questa espressione s’intende convenzionalmente l’insieme dei massacri di prigionieri polacchi avvenuti nei vari luoghi identificati – ha dunque dovuto passare attraverso un processo di maturazione durato quasi 50 anni per poter venire alla luce del sole. È pur vero che, nonostante la pubblicazione dei documenti segreti, sono sempre rimasti degli epigoni dello stalinismo che hanno continuato a giurare sulla colpevolezza tedesca; e tuttavia, dopo tanti riconoscimenti e ammissioni di responsabilità, si poteva pensare che almeno in linea generale la questione fosse risolta. Ma l’andamento di questa storia non è lineare e registra dei «ritorni» come quello cui stiamo assistendo in questi giorni. L’80° del massacro, quest’anno, non è stato infatti celebrato nello stesso spirito del 70°, lo ha impedito quella caricatura di spirito patriottico che si è diffusa in Russia a partire dal 2012 e che ha ridato fiato alle argomentazioni innocentiste non sulla base di nuovi dati oggettivi, ma per una questione di rinato «orgoglio nazionale».

 

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Anna Kondratova

Moscovita, laureata in sociologia. Ha seguito da vicino lo sviluppo del movimento d’opposizione in Russia. Giornalista e saggista.

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