6 Marzo 2018

La Polonia e l’antisemitismo. Perché tornarci sopra?

Angelo Bonaguro

Una nuova legge punisce chi accusa la Polonia di nazismo. Aprendo così una controversia con altri paesi. Ma basta la minaccia di reato per salvaguardare la verità storica? Il cortocircuito di un’identità nazionale alla prova del tempo.

«Per gli ebrei, la miglior strategia per sopravvivere era il campo di concentramento, non quella di nascondersi e contare solo sull’aiuto dei polacchi». Per molti quest’affermazione del professor Andrzej Żbikowski, storico e collaboratore dell’Istituto storico ebraico di Varsavia, è stata un pugno nello stomaco, ed è andata a riattizzare la quérelle sull’attribuzione delle responsabilità per l’Olocausto, che in queste settimane ha generato notevole tensione fra due paesi amici come Polonia ed Israele, eredi di una comune tragedia.
Tutto è iniziato quando il 26 gennaio scorso il parlamento polacco ha approvato il progetto, elaborato dal 2016, che introduceva alcuni emendamenti alla legge che regola l’attività dell’Istituto della Memoria Nazionale – organismo che in Polonia non solo si occupa dal punto di vista scientifico dei due totalitarismi che hanno dominato nel paese durante il ‘900, ma ha anche prerogative giudiziarie.

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Angelo Bonaguro

È ricercatore presso la Fondazione Russia Cristiana, dove si occupa in modo particolare della storia del dissenso dei paesi centro-europei.

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