20 Febbraio 2020

La Russia in balìa di “agenti stranieri”?

Giacomo Foni

Qual è lo sfondo politico su cui si inserisce la riforma costituzionale voluta dal presidente Putin? Uno sfondo preoccupante di attacco alla società civile.

Il clima politico e sociale in Russia si fa sempre più pesante: a giudicare dai processi in corso sembra che il paese sia in balìa di «agenti stranieri».
Dopo le vicende legate al discorso di Putin del 15 gennaio, alle elezioni della Duma moscovita (l’esclusione dei candidati indipendenti che hanno scatenato cortei e proteste di piazza), e il caso Egor Žukov (il ragazzo processato per alcuni video pubblicati su youtube giudicati estremisti dalle autorità), assume un contorno più preciso una decisione del governo russo che aveva suscitato perplessità, timori e critiche nella comunità internazionale.

È dunque innegabile che un cappio autoritario si stia stringendo sulla Russia; se una conseguenza positiva c’è, è quella di far risvegliare la coscienza civile nella popolazione, specialmente tra i più giovani. I casi della giovanissima Ol’ga, la diciassettenne che durante le manifestazioni di questa estate ha avuto il coraggio di leggere la costituzione di fronte alle truppe antisommossa, e quello già citato di Egor, ricordano che in qualunque condizione, anche la più avversa, l’uomo può non rinunciare a se stesso e alla sua vera statura, se veramente lo vuole.

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Giacomo Foni

Ricercatore e traduttore presso la Fondazione Russia Cristiana, vincitore nel 2015 del premio Russia-Italia attraverso i secoli per la traduzione di Lettere ai Nemici del filosofo Nikolaj Berdjaev. Fra i suoi interessi la letteratura e la cultura filosofica russa, la storia della Chiesa, i problemi legati ai rapporti religiosi tra Oriente e Occidente.

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