21 Marzo 2016

Concilio di Firenze. Promessa per il futuro

Bernard Marchadier

L’unità fra cristiani d’Oriente e d’Occidente è già stata proclamata nel 1439. Poi la politica l’ha vanificata, ma de iure nessuno ha potuto annullarla. Un seme piantato sei secoli fa che sta dando frutto oggi.

Il problema dell’unità fra cattolici e ortodossi è entrato in una nuova fase da quando Roma ha proposto di «ripensare insieme le modalità del primato petrino»; e nel 1982 l’allora cardinale Ratzinger ha affermato che Roma non deve chiedere all’Oriente più di quanto è stato formulato e vissuto nel primo millennio. Questa impostazione rivoluzionaria, che rinuncia all’idea del «ritorno alla Chiesa madre», ha riportato alla ribalta il Concilio di Firenze del 1439, Concilio dell’unione finito con un nulla di fatto, ma di immenso significato storico perché indicò un modo nuovo e originale per giungere all’unità su una base di parità. Anche la rivista «La Civiltà cattolica» nel febbraio 2015 ha dedicato uno studio a questo Concilio dimenticato. Dopo l’incontro di Cuba, la riunificazione delle Chiese cattolica e ortodossa è tornata prepotentemente in primo piano. Il contributo di B. Marchadier (tenuto a Kiev al convegno delle Uspenskie Čtenija nel settembre 2015) fa un passo ulteriore e sorprendente nella rilettura di questo Concilio.

All’origine delle riflessioni che faremo sul Concilio di Firenze, ci sono le considerazioni alle quali si dedica padre Sergij Bulgakov su questo tema nel suo Alle mura di Chersoneso. Bulgakov scrisse quest’opera nel 1922, mentre si trovava a Jalta, alla vigilia della sua partenza definitiva per l’Europa. In seguito non pubblicherà mai questo scritto, ritenendo che corrispondesse a un periodo della sua vita di «tentazione cattolica» ormai superata. Vedrà le cause di questo «smarrimento», di questa crisi della sua fede ortodossa nelle dure prove che aveva dovuto passare durante il periodo della guerra civile, del caos generale, del crollo della patria e della paralisi della Chiesa russa.

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Bernard Marchadier

Scrittore e specialista del pensiero russo, vive a Parigi. Ha tradotto fra l’altro numerose opere di V. Solov’ev e Alle mura di Chersoneso di S. Bulgakov. Dirige un seminario di filosofia russa presso l’École des Hautes Études en Sciences Sociales.

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