22 Marzo 2018
Con che occhi guardare la Russia?
Una serata dedicata a padre Scalfi, il 17 marzo scorso alla «Biblioteca dello spirito», ne ha ripercorso la vicenda biografica e l’esperienza di amicizia con la Russia. Per guardare la Russia con gli stessi occhi con cui la guardava padre Romano.
Se c’era in padre Scalfi un desiderio e una preoccupazione rispetto all’opera da lui fondata, Russia Cristiana, era l’unità fra quanti vi cooperano in Italia e quanti hanno dato vita a Mosca al centro culturale «Biblioteca dello spirito». Con il crescere e ampliarsi dell’attività culturale, editoriale, liturgica, artistica, è sempre presente il rischio di una «settorializzazione» che si concepisca come esauriente l’intero orizzonte, che ingigantisca il proprio particolare dimenticando il resto. Il rimedio a questa deformazione padre Scalfi l’aveva ben chiaro: «Se Cristo è la pienezza dell’umano soltanto partendo da Lui l’umano ha la sua fioritura. Altrimenti non sta in piedi. Non abbiamo mai voluto mettere la Russia prima di Cristo, neanche l’ecumenismo prima di Cristo, ma sempre in nome di Cristo cercare di fare amicizia, di richiamarci personalmente un’unità, un’intimità, un’amicizia con Cristo, per poi diffondere questa esperienza di unità con la comunità e infine con la Russia».
Queste sue parole e molte altre, tratte da una lunga intervista pubblicata alcuni anni fa in dvd (Russia Cristiana. Il desiderio di un popolo ci interroga, 2013) sono risuonate in traduzione russa in un concerto-testimonianza offerto sabato 17 marzo a Mosca, alla «Biblioteca dello spirito», dal coro di Russia Cristiana.
Un’«insolita serata di commemorazione», l’ha definita una giornalista russa, perché ripercorrere la biografia e la personalità di padre Scalfi è stato soprattutto indicare la prospettiva di uno sguardo capace di cogliere il reale in tutta la sua profondità. Una memoria radicata nel presente e proiettata nel futuro, come ha sottolineato a conclusione del concerto don Francesco Braschi, attuale presidente di Russia Cristiana: «La memoria di padre Romano non è semplicemente un ricordo, ma una presenza costante, quotidiana che ci accompagna, ci sorregge e prega per noi. Che continua a guidarci, viva nella comunione dei santi, a impressionarci per la bellezza che ci ha testimoniato».
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Giovanna Parravicini
Ricercatrice della Fondazione Russia Cristiana. Specialista di storia della Chiesa in Russia nel XX secolo e di storia dell’arte bizantina e russa. A Mosca ha collaborato per anni con la Nunziatura Apostolica; attualmente è Consigliere dell’Ordine di Malta e lavora presso il Centro Culturale Pokrovskie Vorota. Dal 2009 è Consultore del Pontificio Consiglio per la Cultura.
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