19 Febbraio 2018

Ho capito quanti amano la nostra musica

Redazione

28 gennaio, Bologna: tre cori con storia e provenienze diverse si incontrano e cantano insieme. Questa fusione così arrischiata e imprevista di Oriente e Occidente è il segno di una vicinanza reale, di un’amicizia che cresce.

Tre cori, tre repertori e un’unità visibile, non solo udibile: questo è stato «Voci in sinfonia», il concerto che si è tenuto domenica 28 gennaio 2018 nella splendida basilica dei Ss. Bartolomeo e Gaetano, all’ombra delle due Torri a Bologna.
E non solo concerto, è stato un incontro. Innanzitutto, l’incontro fra cori: il coro milanese di Russia Cristiana e due cori di Rimini, quello della cattedrale ortodossa e il coro Millenium, riuniti in un solo coro Internazionale San Nicola.

Diversi per appartenenza ecclesiale (cattolici e ortodossi) e nazionalità dei coristi, hanno trovato la via dell’unità e della coralità comune grazie alla reciproca stima e al desiderio di collaborare.
Infatti il concerto è stato la testimonianza di un cammino in atto, sulla via della comunione cristiana, tra fratelli che hanno storie diverse ma uno stesso amore a Cristo.
Dirlo con la musica è sembrato il modo più bello per comunicare la speranza e la volontà di continuare a condividere l’impegno ecumenico, il sostegno reciproco e la carità, nella preghiera e nella vita quotidiana.
In secondo luogo, c’è stato l’incontro con il pubblico, stupito per la novità dell’evento non meno che per l’alto livello artistico. Vi si notava la presenza di numerosi monaci cattolici e ortodossi, e anche di molti musicisti, incuriositi forse dall’insolita proposta musicale, in una città che è famosa per la vivacità della sua vita culturale e, nella fattispecie, musicale.

Alle 16, dopo un inizio a cori riuniti per il Padre Nostro in latino, in russo e in rumeno, ciascun coro ha presentato brani del proprio repertorio, dal patrimonio di musica sacra cattolica e ortodossa, in diverse lingue: greco, paleoslavo, latino, russo e italiano. Quindi i tre cori si sono riaggregati per il finale, culminato nel Vjeruju (il Credo nell’antica lingua slava) che ha testimoniato la passione per l’unità: una sinfonia di voci che nasce dalla fede cristiana e dallo splendore della musica sacra, tradizionale e contemporanea. Nella varietà dei temi musicali e delle forme espressive dei tre cori, l’unità emerge dall’intensità del cuore di chi canta, intensità che nasce dal desiderio di pregare cantando e cantare pregando.

È evidente per tutti come questo pomeriggio di canti si è svolto nello spirito della «Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani» che si è appena conclusa: l’aria che si respirava tra i coristi esprimeva una grande apertura di cuore, una cordialità non formale, stima reciproca… insomma si toccava con mano l’amicizia, anche se può sembrare strano tra persone che si conoscono così poco e che si vedono per la prima volta.
A noi di Russia Cristiana sembrava proprio che padre Romano ci seguisse e sorridesse dal cielo, e che aderisse pieno di benevolenza, lui così refrattario alle «parate ecumeniche» ma sempre così sollecito verso i momenti di vita e di amicizia.

In chiusura, il parroco ha sottolineato come l’unità sia stato proprio l’ultimo desiderio di Gesù, il dono per cui ha più pregato il Padre nell’ultima cena; il dono che siamo chiamati a vivere prima di tutto nella gratitudine della grazia che ci è stata donata.
Alla fine c’è stato lo scambio dei saluti, pieno di una letizia spontanea, semplice, sincera; gli sguardi erano aperti come quelli di bambini sorpresi da un fatto accaduto.
Sulla strada del ritorno ci ha accompagnato una frase che padre Romano amava ripeterci, tratta da un pensiero di Giuseppe Toniolo: «L’Europa potrà essere salvata da comunità di santi»; e lo diceva a ciascuno di noi.
Una corista del coro della cattedrale ortodossa ci lascia questa testimonianza commovente: «Ben fatto! È stata una giornata meravigliosa. Finalmente ho capito quante belle persone italiane amano la nostra musica liturgica e letteralmente la vivono. È stata una grande gioia».

Claudio Cristoni, Marina Valmaggi

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