3 Giugno 2016

Come far diventare la sede dei Servizi Segreti un monumento storico

Nikolaj Epple

Nessuna condanna morale del passato. La debolezza dell’opinione pubblica fa sì che sotto gli occhi di tutti i delitti del totalitarismo perdano ogni connotato morale. Quindi sono ripetibili.

L’anno scorso i social media di Perm’ hanno diffuso la notizia che il museo Perm’-36 avrebbe organizzato, nell’ambito dell’iniziativa La notte dei musei, una caccia al tesoro a tema. I visitatori avrebbero potuto «riempire di carbone una carriola, cercare e contare resistenze per ferri da stiro, partecipare alla raccolta del legname, percorrere strade dove tutto trasuda storia e memoria». L’iniziativa ha suscitato nei media locali veementi reazioni, che hanno indotto il direttore del museo a rinunciare. Sembrava uno scherzo malriuscito, ma in realtà era uno scherzo gravido di ricche potenzialità.
Lo scorso 18 maggio, al processo contro l’artista Pëtr Pavlenskij (reo di aver appiccato il fuoco alla porta della Lubjanka, sede dell’FSB) è stato letto il capo di accusa. E l’imputazione di «vandalismo» è stata sostituita da quella di «distruzione di beni culturali» perché, come ha spiegato il pubblico ministero, la sede dell’FSB alla Lubjanka ha un grande valore storico e culturale, «infatti negli anni ’30 vi sono stati rinchiusi molti rappresentanti eminenti della cultura». La scelta degli inquirenti è stata confermata da una perizia effettuata dagli esperti in gennaio.


L’azione di Pavlenskij contro la porta della Lubjanka, 9 novembre 2015.

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Nikolaj Epple

Filologo, anglista e traduttore, collabora al quotidiano Vedomosti di Mosca.

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