18 Giugno 2021

Nel «Gelo perenne» rinasce la vita

Giovanna Parravicini

L’atroce cantiere del GULag per la costruzione della ferrovia polare fa da scenario al romanzo «Gelo perenne» dello scrittore Viktor Remizov, finalista del prestigioso premio letterario russo «Bol’šaja kniga – Big book». In esclusiva, un capitolo del libro.

L’ultimo romanzo di Viktor Remizov nasce dopo quasi un decennio di lavoro di scavo sull’ultima tragica intrapresa staliniana. Vi si intrecciano vicende personali e familiari, in una sorta di saga che si protrae per quattro anni (1949-1953) sullo sfondo della costruzione della linea ferroviaria Salechard-Igarka, la cosiddetta «ferrovia della morte» o «strada morta», con un un tracciato di 1297 km, che attraverso la Siberia settentrionale doveva raggiungere i territori più orientali dell’Unione Sovietica. Un progetto nato morto, sia per le enormi difficoltà logistiche incontrate, tra cui quella di costruire sul permafrost (il «gelo perenne», appunto, che dà il nome al romanzo), sia per la scarsissima utilità commerciale dell’opera, che assorbì ingenti investimenti in denaro e risorse umane per poi progressivamente ridursi e infine scomparire insieme al dittatore.

Leggi il capitolo Una notte di libertà

→ La presentazione presso il Centro culturale Biblioteca dello Spirito (Mosca):

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Giovanna Parravicini

Ricercatrice della Fondazione Russia Cristiana. Specialista di storia della Chiesa in Russia nel XX secolo e di storia dell’arte bizantina e russa. A Mosca ha collaborato per anni con la Nunziatura Apostolica; attualmente è Consigliere dell’Ordine di Malta e lavora presso il Centro Culturale Pokrovskie Vorota. Dal 2009 è Consultore del Pontificio Consiglio per la Cultura.

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