7 Luglio 2021

Il GULag parlava una lingua tutta sua

Carlotta Dorigo

Il GULag sovietico era un mondo a sé, con le sue leggi e la sua lingua. Un mondo brutalmente reale e al tempo stesso evanescente, le cui derive marchiano ancor oggi la psiche e il linguaggio comune. L. Gorodin ne ha raccolto in 4 volumi l’enorme vocabolario.

Quando nel 2019 gli specialisti del Museo di storia del GULag di Mosca si sono trovati fra le mani i quattro volumi dattiloscritti del dizionario di Leonid Gorodin, hanno deciso immediatamente di inserire l’opera nel fondo principale della collezione museale. Un lavoro di grande valore storico iniziato tra le baracche del campo di Vorkuta negli anni ’30 e terminato a Mosca con l’edizione postuma del 2021, dal titolo Dizionario di Gorodin. Lessico delle prigioni e dei lager della Russia imperiale e sovietica a cura del Museo di storia del GULag e del Fondo della memoria. In occasione dell’uscita del volume, nelle sale dello stesso museo, è stata allestita una mostra dedicata al lavoro di Gorodin, e intitolata Il linguaggio della (non) libertà.

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Carlotta Dorigo

Nata a Portogruaro (VE) nel 1994, nel marzo 2019 ha conseguito la laurea magistrale in Scienze filosofiche presso l’Università Ca’ Foscari di Venezia, discutendo una tesi sulle implicazioni etiche e religiose del pensiero politico di Robespierre.

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