27 Dicembre 2017

La poesia della Rivoluzione

Giovanna Parravicini

Entusiasmanti speranze di rinnovamento, e subito dopo un grido… all’uomo, a Dio, alla Russia. Così i poeti incontrarono l’ottobre del 1917. Dall’aristocratico «secolo d’argento» la letteratura russa si preparava a diventare «testimonianza dell’uomo».

Osip Mandel’štam lasciò scritto: la musica non ha il potere di salvare dall’abisso. Eppure, pochi eventi storici come la rivoluzione russa del ‘17 hanno avuto tanta eco nella poesia dei propri contemporanei, sia nel presentimento di un nuovo «mondo senza uguali», per usare l’espressione di Pasternak, sia nel pianto sulla Russia abbattuta dal vortice di un’immane catastrofe, sia nella marcia trionfale di quanti vedevano nel processo rivoluzionario l’aurora di una nuova vita.
I curatori di una raccolta poetica che si intitola appunto 1917, pubblicata a Mosca dal Centro culturale «Trasfigurazione» , hanno concepito quest’opera come un percorso di memoria e di pentimento, che si conclude addirittura con una preghiera, «per offrire la possibilità di percepire come negli “anni bui” crescesse il presentimento della catastrofe, e come poi in questa catastrofe perisse la vecchia Russia e sulle sue rovine nascesse la “Rus’ sovietica”».

A dettare il ritmo e la sequenza dei testi poetici e dei brani di prosa che si susseguono nel volume (secondo un arco cronologico che affonda nel XIX secolo e giunge fino agli anni del realismo socialista) è innanzitutto il senso del tempo, o meglio la percezione della sua fine, dell’esodo nel nulla o dell’ingresso in un nuovo eone: la «musica della storia», di cui Blok avvertiva frusciare le pagine, ma soprattutto il fascino e la ribellione («come allo specchio d’orrori notturni / si dibatte e non vuol / riconoscersi l’uomo»), suscitati, secondo l’espressione di Anna Achmatova, dall’inesorabile «avvicinarsi del Secolo ventesimo / autentico, e non del calendario». O, come scriveva Mandel’štam: «Chiunque ha un cuore, deve sentire, o tempo / che la tua nave sta colando a picco».

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Giovanna Parravicini

Ricercatrice della Fondazione Russia Cristiana. Specialista di storia della Chiesa in Russia nel XX secolo e di storia dell’arte bizantina e russa. A Mosca ha collaborato per anni con la Nunziatura Apostolica; attualmente è Consigliere dell’Ordine di Malta e lavora presso il Centro Culturale Pokrovskie Vorota. Dal 2009 è Consultore del Pontificio Consiglio per la Cultura.

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