25 Ottobre 2017

Il mondo «borghese» e il mondo «socialista»

Nikolaj Berdjaev

Continuiamo a pubblicare i giudizi dei filosofi russi che hanno capito la rivoluzione al suo nascere. Qui Berdjaev scrive nel dicembre del 1917*.

«Resteranno cinque sentimenti insaziabili,
più un sesto sentimento insaziabile: la vanagloria;
resterà tutta la natura demoniaca dell’uomo.
Selvaggia di per se stessa, lasciata senza limiti e leggi,
sarà preda di un furore inarrestabile»

Thomas Carlyle, La rivoluzione francese

Il popolo russo ha mostrato una divisione tra mondo «borghese» e mondo «socialista» quale sin qui non si era ancora vista nella storia dell’umanità. L’unità del genere umano come popolo di Dio, caratterizzato dall’origine comune, è stata oggi definitivamente distrutta in Russia. L’umanità russa si è divisa in due razze nemiche. L’uomo «borghese» e l’uomo «socialista» si sono riconosciuti come lupi gli uni per gli altri. L’idea della classe ha ucciso in Russia l’idea dell’uomo. Nei loro rapporti, i russi hanno smesso di comportarsi da uomini gli uni per gli altri. Gli ideologi del mondo «socialista», i suoi profeti e i suoi apostoli vogliono convincerci che proprio in questa disgregazione dell’umanità, in questa fine della continuità storica e di qualsiasi forma di unità nasce l’uomo nuovo. Il vecchio mondo, l’uomo vecchio devono morire. Nell’incendio della rivoluzione socialista russa, che deve trasformarsi in rivoluzione mondiale, brucerà il vecchio mondo «borghese», e sulle sue ceneri verrà edificato il nuovo mondo «socialista». I bolscevichi russi, posto che se ne possa parlare seriamente, sono appunto questa nuova razza che nega qualsiasi legame e qualsiasi continuità tra questi due mondi, e che vuole eliminare completamente tutto ciò che è vecchio, ogni eredità del passato. In questo sono simili ai futuristi. Questa razza, dopo aver negato ogni sorta di nobiltà e di onore come pregiudizi del vecchio mondo, si è accinta a realizzare l’enorme esperimento della creazione di un nuovo mondo «socialista» nel quale non vi sarà più nulla di «borghese». Nell’Europa occidentale prevale questo tipo «borghese» di socialismo.
Ma il socialismo rivoluzionario russo, che ha raggiunto la sua espressione più compiuta nel bolscevismo, disprezza e respinge questo socialismo «borghese» e pretende di insegnare ai popoli «borghesi» dell’Occidente il socialismo autentico, l’autentica rivoluzione. La nuova razza nasce in Russia e dalla Russia porterà in tutto il mondo la buona novella del nuovo mondo perfetto. Pretesa enorme, veramente «messianica». Un «messianismo» russo, slavo, molto simile a questo venne confessato anche da Bakunin, per il quale i primi bagliori dell’incendio mondiale dovevano partire proprio dalla Russia e per il quale non v’era dubbio che la luce della rivoluzione veniva dall’Oriente. Anche il signor Lenin si è rivelato una sorta di slavofilo sui generis, convinto del ruolo «messianico» dell’Oriente; e proprio in nome della missione rivoluzionaria mondiale della Russia la tradisce e la distrugge fino alle radici!

È molto interessante e istruttivo considerare e capire cosa porta con sé di nuovo questo mondo «socialista» russo, e cosa nega del vecchio mondo «borghese». Capire se nasce davvero una nuova anima nella razza socialista che si presenta con pretese così universali, e che cerca di realizzarle con una violenza così sanguinaria. Il ricercatore può anche non partecipare alla lotta di questi due mondi e deve porsi al di sopra dello scontro di interessi che caratterizza questa lotta, e può anche ammettere che nel mondo «borghese» c’era molto di cattivo, di volgare e di meschino, mentre il mondo «socialista» ha una sua verità e possiede elementi di un bene necessario. In effetti, gli ultimi momenti di esistenza del vecchio mondo «borghese» non si sono certo distinti per dignità e bellezza.

Ammettiamo pure che chi vuole capire la natura e il senso dello scontro tra i due mondi cui stiamo assistendo desideri con tutta l’anima la trasfigurazione della nostra vecchia vita e dei suoi vizi, il superamento della schiavitù, del peccato e delle loro miserie, e la nascita di un uomo nuovo, di una nuova anima umana. Il desiderio di una vita nuova, migliore, trasfigurata non deve necessariamente essere un desiderio solo «socialista», ma può essere anche un desiderio religioso, cristiano. Il cristiano autentico, che è tale non esteriormente ma in profondità, non può essere contento della vita «borghese», fondata sulla violenza e sull’odio, ma vuole un «cielo nuovo» e una «terra nuova», vuole dei cambiamenti e dei miglioramenti più profondi e radicali di quelli richiesti dal più rivoluzionario dei socialisti. E il mondo «socialista» gli può apparire del tutto identico al vecchio mondo, al vecchio mondo dell’uomo immerso nel peccato, schiavo delle sue passioni, dei suoi istinti malvagi ed egoistici, gli può apparire del tutto identico al mondo «borghese», solo meccanicamente riorganizzato e con un involucro e un rivestimento esteriormente rinnovati. Non è forse vero che il mondo «socialista» eredita tutti peccati e tutti i difetti «borghesi», non vuole forse semplicemente distribuire in maniera più omogenea il «borghesismo» e portarlo al suo limite ultimo di sviluppo e di perfezione?

L’esperimento rivoluzionario socialista, cui è stata sottoposta la povera Russia, fa capire e insegna molte cose. Comincia a chiarirsi che il mondo «socialista» nega con rabbia e odio tutto ciò che di meglio esisteva nel mondo «borghese», tutte le cose più sacre e imperiture, tutti i valori del passato, dei padri e dei padri dei padri. Ma in compenso fa proprio e centuplica tutto ciò che di peggio esisteva nel mondo «borghese», tutti i peccati, le infermità e le meschinità del passato, tutte le tenebre dei padri e dei padri dei padri. Per il suo feroce spirito di vendetta questo mondo conserva sino in fondo la continuità col passato, per il senso di odio feroce esso resta incatenato al passato come uno schiavo. È rimasto fedele alle tradizioni più egoistiche del passato. Sono rimasti «cinque sentimenti insaziabili, più un sesto sentimento insaziabile: la vanagloria».

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* Questo articolo è uscito anche su http://lineatempo.ilsussidiario.net/ accompagnato da un dossier dedicato alla Rivoluzione russa

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Nikolaj Berdjaev

Filosofo russo (1874-1948).

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