23 Luglio 2020

Padre Nikolaj Vedernikov era un apostolo

Giovanna Parravicini

Con padre Nikolaj Vedernikov, morto a novantadue anni, scompare uno degli ultimi sacerdoti che hanno accompagnato la rinascita della fede tra l’intelligencija sovietica negli anni ’60-’80.

Nell’URSS dell’ultimo ventennio padre Nikolaj Vedernikov ha svolto un’opera pastorale discreta, sconosciuta ai più, ma preziosissima. La sua persona era stata plasmata da una famiglia sui generis, e poi dall’incontro con il metropolita Antonij di Surož. L’avevo conosciuto anni fa, insieme alla moglie Nina, a casa di Jurij e Ol’ga Popov – lui germanista ed enciclopedista, lei bizantinista: era stato padre Nikolaj, in passato, a celebrare le loro nozze e poi il battesimo di loro figlio in forma rigorosamente privata, in casa di amici. In epoca chruščeviana, infatti, le autorità civili avevano instaurato presso le parrocchie severe norme di controllo, in modo tale da ostacolare, o quantomeno dissuadere la gente dal frequentare la chiesa e dall’accostarsi ai sacramenti; per dirigenti, professionisti, insegnanti, docenti universitari ecc., era praticamente impossibile conciliare ufficialmente la pratica della fede con il loro ruolo nella società.

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Giovanna Parravicini

Ricercatrice della Fondazione Russia Cristiana. Specialista di storia della Chiesa in Russia nel XX secolo e di storia dell’arte bizantina e russa. A Mosca ha collaborato per anni con la Nunziatura Apostolica; attualmente è Consigliere dell’Ordine di Malta e lavora presso il Centro Culturale Pokrovskie Vorota. Dal 2009 è Consultore del Pontificio Consiglio per la Cultura.

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