5 Febbraio 2020

Metropolita Antonij: «L’amore di Cristo ci urge»

Antonij Bloom

Tra i discorsi inediti del grande metropolita Antonij, c’è questo coraggioso intervento al Concilio della Chiesa ortodossa russa in occasione del Millennio del battesimo della Rus’. Sono passati oltre trent’anni da allora, ed è di incredibile attualità.

L’eredità del metropolita Antonij di Surož è realmente un tesoro inesauribile: nelle scorse settimane è uscito in russo il terzo volume delle sue opere (oltre mille pagine che raccolgono testi in gran parte inediti oppure ormai introvabili), che il 31 gennaio è stato presentato alla Biblioteca dello Spirito di Mosca.
La presentazione del volume si è aperta con il video di una conversazione svolta nel 2000 dal metropolita Antonij sul tema della missione: «…per secoli abbiamo predicato una dottrina, ma non necessariamente abbiamo mostrato alla gente la vita che in essa è racchiusa. Per questo la gente se ne va dalla Chiesa: “Che mi importa delle differenze tra le confessioni, della definizione di Trinità ecc. Io voglio incontrare Dio e non la sua descrizione, voglio un Dio vivo e non un’icona morta”. Ecco su che cosa dobbiamo riflettere, ecco la sfida che ci si prospetta in questo nuovo secolo. Se non impareremo a svelare Dio attraverso il rapporto con noi, se da noi non irradierà la luce dello Spirito Santo, non arderà questo fuoco dello Spirito Santo; se non saremo simili al roveto ardente, la gente non avrà la possibilità di credere – il nostro annuncio rimarrà uno dei tanti punti di vista sulla vita, una delle tante filosofie o religioni… Ecco che cos’è la missione!».
Come sempre avviene quando a tema è il metropolita Antonij, anche questa volta l’uditorio è entrato in grande sintonia, e questo stupisce, tanto più constatando che molti dei giovanissimi presenti, rimasti affascinati da quanto avevano visto e ascoltato, non conoscevano quasi nulla della vita e del contesto culturale e religioso del metropolita. Difficile capire addirittura come mai fossero lì, come avessero avuto notizia dell’incontro: è certo, però, che inseguissero un nome che richiamava ed evocava una promessa di umanità, di felicità. E nessuno è rimasto deluso.

La serata alla Biblioteca dello Spirito.

Il discorso che presentiamo (intervento al Concilio locale della Chiesa ortodossa russa in occasione del Millennio del battesimo della Rus’, 6-9 giugno 1988) traccia alcune linee programmatiche – riassumibili in sei punti – rispetto ai compiti della Chiesa in un momento delicatissimo, epocale quale erano gli inizi della perestrojka nel paese: i rapporti con le altre confessioni presenti nel «mondo russo» (Russia, Ucraina, Bielorussia); l’atteggiamento nei confronti dei gruppi ortodossi russi della diaspora; la memoria dei martiri; la missione dei cristiani; il dialogo con la società secolarista, atea; il ruolo della donna nella Chiesa. Colpisce la libertà interiore con cui il metropolita Antonij si rivolge all’episcopato russo, proponendo giudizi di sapore realmente evangelico a questioni che continuano ancor oggi a rimanere irrisolte. È una testimonianza preziosa per la Chiesa e per ciascun credente anche oggi.
Giovanna Parravicini


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Antonij Bloom

Andrej Bloom nasce il 19 giugno 1914 a Losanna. Trascorre la sua infanzia in Persia dove il padre, console russo, svolge servizio. Nel 1920, a seguito della rivoluzione, emigra in Francia dove studia medicina, e poi in Inghilterra dove si stabilisce. Nel ’28 si converte all’ortodossia. Nel 1943 fa la professione monastica e assume il nome di Antonij. Cinque anni dopo è consacrato sacerdote. Dal ’66 è metropolita di Surož ed esarca del patriarcato di Mosca per l’Europa occidentale. Muore nel 2003 a Londra.

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