29 Maggio 2019

9 maggio: l’ossessione della vittoria

Giacomo Foni

La «vittoria» nella propaganda ufficiale è un mito; e il mito pertiene al numinoso, all’escatologia. È uno spazio sacro e inattaccabile, e chi vi si approccia senza deferenza commette empietà, si macchia di sacrilegio. Per questo, uno Stato che pretende di gettare le proprie radici non nella storia, ma nel mito, pretende di essere sacro esso stesso….

Lo scorso 9 maggio si è celebrata in Russia la festa della vittoria. In Occidente, perlomeno a livello di percezione popolare (livello assai scarso a onor del vero), la vittoria nella Seconda guerra mondiale è associata soprattutto allo sbarco delle truppe anglo-americane in Normandia, in cui le forze alleate riuscirono a sfondare il fronte francese, penetrando poi anche in Belgio e nei Paesi Bassi; gli eventi legati all’Unione Sovietica non sono ignorati, ma occupano un posto più marginale. In Russia invece la percezione storica (non solo popolare, ma anche ufficiale) è totalmente diversa: la Seconda guerra mondiale è definita «Grande Guerra Patriottica», e assume i connotati di una battaglia campale, di un vero duello tra Unione Sovietica e Germania nazista.

È solo tenendo conto di questa diversa visione storica che si può tentare una comprensione degli eventi contemporanei; la memoria della vittoria sul nazismo costituisce infatti un fattore importante nella costruzione dell’identità russa moderna, ed è un aspetto che negli ultimi anni (in particolare dalla crisi di Crimea del 2014)  il governo Putin sta cercando di amplificare enormemente: basta notare l’enfasi crescente delle ultime celebrazioni, la solennità dei discorsi, delle parate e, non ultimo, l’imponente corteo del Reggimento immortale, milioni di persone che sfilano con il ritratto dei propri parenti morti al fronte1.

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Giacomo Foni

Ricercatore e traduttore presso la Fondazione Russia Cristiana, vincitore nel 2015 del premio Russia-Italia attraverso i secoli per la traduzione di Lettere ai Nemici del filosofo Nikolaj Berdjaev. Fra i suoi interessi la letteratura e la cultura filosofica russa, la storia della Chiesa, i problemi legati ai rapporti religiosi tra Oriente e Occidente.

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