8 Marzo 2016

Appello: Salviamo Nadežda Savčenko

Redazione

Una giovane ucraina, fatta prigioniera nel Donbass, è al centro di un braccio di ferro internazionale. La Russia la vuole condannare a 23 anni, il mondo l’ha dichiarata prigioniera di coscienza. Lei fa lo sciopero della fame e della sete.

Nadežda Savčenko è oggi il simbolo dello scontro irriducibile tra gli ucraini e i sostenitori del «Mondo russo». La donna, tenente dell’aviazione ucraina, si trova da oltre 20 mesi in una prigione russa, e giorni fa la procura ha chiesto per lei la condanna a 23 anni. Nadežda ha risposto con uno sciopero della fame e della sete. Molti in Ucraina, in Europa e persino in Russia si stanno muovendo per cercare di salvarle la vita.
In breve la sua storia: nata nel 1981 a Kiev, sognava sin da bambina di fare il pilota militare. Per due anni è stata volontaria in Irak, nel contingente di pace; poi si è laureata presso l’Università dell’aviazione a Char’kov, diventando addetta agli strumenti di puntamento e navigazione. Nel 2014 è andata come volontaria sul fronte ucraino, dove faceva l’istruttore.

Il 17 giugno 2014, nei pressi di Lugansk (zona dell’autoproclamata Repubblica autonoma di Lugansk, ma in territorio ucraino), la Savčenko è stata catturata dai separatisti. Il 22 giugno questi ultimi si sono messi in contatto con la sorella della Savčenko, proponendo uno scambio di prigionieri. Successivamente di lei si sono perse le tracce, fino a che ai primi di luglio si viene a sapere che la donna si trova in territorio russo; lo stesso presidente Porošenko accusa la parte russa di averla illegalmente rapita. Il caso giudiziario si fa serio poiché la Savčenko viene accusata di aver attraversato volontariamente il confine russo e di aver causato la morte di due giornalisti russi, correggendo il puntamento dell’artiglieria ucraina.
La detenzione e il processo della Savčenko sono stati costellati di illegalità, e la donna ha fatto più volte degli scioperi della fame. Già nel settembre 2014 Amnesty International l’ha dichiarata prigioniera di coscienza; nel gennaio 2015 il parlamento europeo ha esteso alla Savčenko l’immunità parlamentare (come deputato della Rada ucraina); il Dipartimento di Stato americano, il rappresentante dell’ONU e il comitato dell’OSCE hanno presentato istanza di liberazione. Ma nessuna risposta è stata data delle autorità giudiziarie russe, che hanno mostrato al riguardo un accanimento giustificato solo dal fatto che il caso è assurto a simbolo della volontà russa di non piegarsi a nessuna richiesta esterna.

«Liberate Nadežda Savčenko» (Mosca, 1 marzo, manifestazione in memoria di B. Nemcov).

Il 2 marzo 2016 la Procura russa ha chiesto una condanna a 23 anni per l’omicidio dei due giornalisti poiché, non riconoscendo la Federazione Russa di essere in guerra con l’Ucraina, la responsabilità della Savčenko non è considerata un atto di guerra ma un’azione terroristica. Il 3 marzo Nadežda Savčenko ha iniziato lo sciopero della fame e della sete poiché la corte non le ha concesso di leggere in aula una dichiarazione finale.
Il suo avvocato difensore Il’ja Novikov ha risposto a chi gli chiede di farle cambiare idea: «Lei farà comunque alla sua maniera… Non cambierà idea e io non cercherò di fargliela cambiare. Voi fate, scrivete e dite quel che ritenete giusto. Io da parte mia so quello che farò. Nadežda ha preso la sua decisione estrema, ed io cercherò di far sì che non sia inutile».
Pubblichiamo il testo di un appello internazionale in sua difesa, già sottoscritto da migliaia di persone in tutto il mondo.

Lettera aperta ai leader europei

Ci rivolgiamo a Voi per chiedere un deciso intervento perché si arrivi all’immediata scarcerazione di Nadežda Savčenko: cittadina ucraina di 34 anni, da più di venti mesi incarcerata nelle prigioni della Federazione russa. Il governo russo sta calpestando i diritti civili, le convenzioni internazionali e la sua stessa Costituzione, facendosi gioco dell’opinione pubblica internazionale e senza attenersi agli accordi di Minsk.
Tutti gli sforzi che sono stati fatti fino a questo momento dalla comunità internazionale sono stati vani. Per protestare contro la decisione presa dal tribunale, Nadežda Savčenko ha iniziato uno sciopero della fame. Salvare Nadežda Savčenko è una prova dell’efficacia della diplomazia internazionale e un atto di fedeltà verso i valori europei».

-> Firma la petizione.


Tbilisi, 6 marzo: La catena umana di 7 km, lungo la strada che porta dall’ex ambasciata russa al parlamento georgiano

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