20 Aprile 2016

Il Congresso dell’intelligencija

Loreto Raffaello

La storica realtà, tutta russa, dell’intelligencija torna ad unirsi. Per difendere la libertà di coscienza dalle tentazioni autoritarie.

Subito dopo l’annessione della penisola di Crimea, il 19 marzo 2014, un gruppo di cittadini e liberi pensatori, prima divisi da naturali differenze di opinione e giudizio, ha deciso di unirsi e prendersi carico della storica responsabilità dell’intelligencija nel paese in cui essa è nata: «Riportare nella società i valori della morale e ricordare al potere che aldifuori della morale non esiste Stato, non esiste economia, non esiste politica». Queste parole sono scritte nella prima dichiarazione collettiva (tradotta in lingua francese) del Congresso, che oggi unisce intellettuali accomunati da uno spirito di dissenso, dalla paura che torni il totalitarismo e dalla necessità di mettere da parte dissensi ideologici «per dare un’alternativa a chi oggi non accetta la posizione imperialistica e propagandistica dello Stato».
I partecipanti al Congresso, fra cui il giornalista e scrittore Dmitrij Bykov, il membro della Commissione Presidenziale per i diritti umani Ljudmila Alekseeva, la famosa scrittrice Ljudmila Ulickaja, l’ex-deputato della Duma Lev Ponomarёv e Andrej Zubov, noto storico, portano avanti una battaglia di tipo culturale e sociale. L’obiettivo principale è fronteggiare le tendenze autoritarie e il degrado sociale, che vengono «ampiamente e con successo stimolati dal potere» sia a livello informativo che legislativo. Tramite la diffusione di brevi dichiarazioni, indirizzate alla società e al governo, il movimento vuole far sentire il proprio dissenso e spiegarne i motivi. Recentemente è stata redatta una dichiarazione contro l’introduzione della responsabilità penale per chi «diffonde bugie sul nazismo e la Grande guerra patriottica» [la Seconda guerra mondiale – ndr], un progetto di legge che sarebbe volto a fare della Guerra patriottica una «narrazione canonica» chiusa a qualsiasi critica e valutazione diversa dalla posizione ufficiale.
Con la sua attività e con la sua esistenza il Congresso vuole ricordare che la cultura in Russia troverà sempre i propri difensori e che i suoi membri sono cittadini russi a pieno diritto, non «spie del Dipartimento di Stato americano», come si ama dire. L’intelligencija dunque torna alle proprie origini e rinasce come fenomeno di dissenso pacifico interamente russo. «Siamo tornati perché oggi siamo tutti sotto attacco», dichiara un giovane giornalista indipendente, unitosi di recente al lavoro del Congresso.

Loreto Raffaello

Nato a Firenze nel 1996, studente presso l’Istituto di Relazioni Internazionali del Ministero della Federazione russa.

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