9 Ottobre 2019

Praga: la guerra delle statue

Angelo Bonaguro

La sorte di due statue ha acceso gli animi nella capitale boema: chi vorrebbe ripristinare l’antica colonna mariana distrutta nel 1918 in piazza della Città Vecchia, e chi vorrebbe smantellare il monumento al maresciallo sovietico Konev, liberatore della città dal nazifascismo nel ‘45 ma protagonista delle repressioni sovietiche. A tema: la difficoltà a giudicare serenamente la memoria storica.

I. Primo scenario: la colonna mariana in piazza della Città Vecchia

Gli storici dell’epoca del Temno, l’intricato periodo delle guerre hussite e della Guerra dei Trent’anni, hanno di che meravigliarsi: qualcuno, dopo quattro secoli, è rimasto arroccato alla Montagna Bianca, in attesa di combattere l’ultima battaglia, quella per impedire che in Piazza della Città Vecchia a Praga venga ripristinata la colonna mariana eretta nel 1650 e distrutta nel 1918, tre giorni dopo la proclamazione della Repubblica cecoslovacca.

II. Secondo scenario: Bubeneč e il maresciallo Konev

Altra piazza, altra epoca: Bubeneč, il quartiere di Praga 6, ospita la statua del maresciallo sovietico Ivan Stěpanovič Konev (1897-1973). Il quartiere già di suo conserva molte tracce dell’epoca totalitaria, ed è dominato dalla guglia inconfondibile dell’Hotel International, costruito in epoca staliniana secondo lo stile architettonico imponente delle «sette sorelle» moscovite.

Poco lontano dall’hotel, presso la piazza delle Brigate Internazionali, c’è la statua del maresciallo Konev, raffigurato in atto di salutare con un mazzo di serenelle in mano, i fiori con cui la popolazione diede il benvenuto all’Armata Rossa che liberò la capitale dalle truppe d’occupazione nazista nel maggio del ’45. Inaugurata nel 1980, ai suoi piedi si svolgevano le commemorazioni dei veterani, alla presenza di rappresentanti delle istituzioni locali e dell’ambasciata sovietica prima, e russa poi.
Dal 2015 però sono cominciate le proteste e le petizioni perché Konev sia rimosso, e regolarmente a maggio e ad agosto (anniversario dell’invasione del ’68) qualcuno lo imbratta di vernice rossa; l’ultimo episodio risale al 22 agosto scorso, quando alla base della statua è comparsa la scritta «No al maresciallo sanguinario! Non dimentichiamo».

 

 

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Angelo Bonaguro

È ricercatore presso la Fondazione Russia Cristiana, dove si occupa in modo particolare della storia del dissenso dei paesi centro-europei.

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