16 Maggio 2016
Vittime e carnefici: perché viva la memoria
Il punto dello scontro, oggi in Russia, è sulla memoria. Dalla sua autenticità dipende il giudizio sul presente e il futuro. Lo sdoganamento dello stalinismo come modello per il paese. E proprio sulla storia si concentra il lavoro dei nuovi dissidenti.
Due progetti di recupero della memoria sono stati presentati recentemente in Russia, entrambi partiti da iniziative private. Ancora una volta l’ingegno e la sensibilità personale sembrano avere la meglio sul carrozzone statale, in questo caso rappresentato dal gruppo di lavoro sostenuto dalla Presidenza federale e che dovrebbe prima o poi elaborare una «concezione» ufficiale per il recupero della memoria delle vittime delle repressioni politiche. All’ultima riunione del gruppo si è proposto di svolgere «formazione» nelle scuole in occasione del 30 ottobre (giorno dedicato alle vittime delle repressioni), e si è discusso dell’attività del memoriale di Perm’-36 e del futuro progetto del «Muro del dolore» – un’installazione alta 6 metri e lunga 35 ideata dallo scultore Franguljan, che dovrebbe essere montata all’incrocio tra l’Anello dei Giardini e il viale Sacharov.
I due progetti informali invece riguardano la «Lista aperta» online delle vittime del terrore e il cd di Memorial sui funzionari dell’NKVD: due iniziative «speculari», l’una dedicata alle vittime e l’altra ai carnefici (spesso finiti a loro volta nel tritacarne), ma che aiutano entrambe a ricomporre un periodo storico che ha lasciato ferite dolorose nella storia dei popoli dell’URSS.
La lettura dell’articolo completo è riservata agli utenti abbonati, effettua il login o abbonati per accedere a tutti i contenuti del sito.
Angelo Bonaguro
È ricercatore presso la Fondazione Russia Cristiana, dove si occupa in modo particolare della storia del dissenso dei paesi centro-europei.
LEGGI TUTTI GLI ARTICOLI