14 Ottobre 2020

In Bielorussia siamo andati oltre la protesta

Dmitrij Strocev

Parla un poeta bielorusso che sta vivendo assieme ai suoi compatrioti una grande speranza di rinnovamento. La forza della non violenza ha trascinato la nazione, e iniziato qualche cambiamento…

Le proteste continuano dal 10 agosto scorso, ogni giorno ininterrottamente, a Minsk e in tutte le città bielorusse; a volte sono folle straripanti a volte semplici gruppi di persone ma tutti ribadiscono pubblicamente la richiesta di nuove elezioni presidenziali, questa volta «vere».

Ci sono stati momenti, soprattutto nei week end e nei grandi viali della capitale, in cui la folla ha raggiunto e superato i trecentomila, e in quei casi la polizia ha avuto paura e non ha potuto intervenire. In altri momenti i dimostranti erano qualche centinaio, e allora la polizia inseguiva, picchiava con cattiveria per fare male, trascinava nelle camionette e portava via centinaia di dimostranti. Ci sono stati numerosissimi fermi, pestaggi, calci, umiliazioni.

È tutta la società, dall’alto in basso che si sta muovendo. Non sono interessate solo alcune categorie: i colletti bianchi, gli intellettuali, l’opposizione… no, sono davvero tutti, che non vogliono rinunciare a far sentire il proprio legittimo diritto, cioè quello di eleggere un presidente che riscuota la fiducia del paese.

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Dmitrij Strocev

poeta bielorusso, fondatore della casa editrice “Vinograd” di Minsk, che pubblica poesia e testi religiosi. Cura l’edizione delle opere del metropolita Antonij di Surož. Nel 2007 la sua raccolta “850 righe” è stata insignita del Premio russo per la letteratura.

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