20 Maggio 2024

La menzogna che tutto corrompe

Konstantin Aksakov

Il pensatore slavofilo Konstantin Aksakov nel 1855 non ebbe timore di scrivere al nuovo zar Alessandro II una nota «Sulla situazione interna della Russia». Era un bilancio franco dei trent’anni di regno di Nicola I. Al giovane imperatore chiedeva di liberarsi della menzogna, concedendo libertà di pensiero e di parola. Alla luce del 1917, le parole di Aksakov suonano premonitrici. Ed oggi sembrano ancora più attuali: come Solženicyn e poi Naval’nyj aveva invitato a vivere senza menzogna; non averlo ascoltato è la tragedia che abbiamo sotto gli occhi.

L’attuale condizione della Russia presenta uno stato di discordia intestina, coperta da una coltre di spudorata menzogna. Il governo, e con esso le classi superiori, si sono allontanati dal popolo diventandogli estranei. Il popolo e il governo si trovano ora su sentieri diversi, hanno principi diversi. Non solo il popolo non viene interpellato, ma ogni singolo cittadino ha paura di esprimere il proprio pensiero. Il popolo non nutre fiducia nel governo, il governo non nutre fiducia nel popolo. In ogni mossa del governo il popolo è pronto a vedere una nuova forma di oppressione; il governo teme costantemente la rivoluzione, e in ogni forma di libera espressione del popolo è pronto a vedere una rivolta…

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Konstantin Aksakov

Figlio del grande Sergej Aksakov, e capostipite del movimento slavofilo secondo la sua natura più aperta.

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