16 Marzo 2018

Il terrore della confessione (Lettere quaresimali – 2)

Savva Mažuko

Il disagio che proviamo davanti alla confessione nasce dalla mancanza del senso cristiano della vita. Invece di spalancarci alla grazia cerchiamo giustificazioni, usiamo pesi e misure. E dimentichiamo che è una riconciliazione con i fratelli.

Se c’è un motivo per cui bisognerebbe dare da bere ai sacerdoti del latte per disintossicarsi, è la confessione. Alla maggior parte dei preti vengono i brividi al pensiero della quaresima, e non per le limitazioni a tavola, ma perché sanno che è venuto il momento di «affrontare» i penitenti. Alcuni preti hanno un vero e proprio terrore della confessione.
– Ma perché ti sei fatto prete, ti chiederanno?
– Per servire Dio e aiutare la gente.
– E allora, che paura hai della confessione?
– Il fatto è che la confessione è una rara avis nelle nostre chiese. Prevalgono in genere vaniloquio e narcisismo spirituale. Dall’una e dall’altra parte, beninteso.
«Questa parola è dura!», eppure, se anche avessi esagerato, è in misura minima.
Ma perché proprio in quaresima?

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Savva Mažuko

Nato nel 1976, è archimandrita; teologo, docente e pubblicista, vive nel monastero di San Nicola a Gomel’, in Bielorussia.

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