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22 Novembre 2019
La bellezza della famiglia in Italia e in Russia
Un rapporto di amicizia fra sacerdoti e laici cattolici e ortodossi è all’origine del convegno La bellezza della famiglia in Italia e in Russia. Problemi e soluzioni, svoltosi a Livorno dal 1° al 6 ottobre 2018. A promuoverlo sono stati il Centro di Documentazione del Movimento Ecumenico Italiano, l’Università Ortodossa Umanistica San Tichon di Mosca e la diocesi di Livorno.
In un mondo dove c’è sempre meno tempo e spazio per costruire rapporti umani duraturi e, d’altra parte, l’immagine dell’autorealizzazione è sempre più legata alla carriera e ai beni materiali, i relatori si sono chiesti se vi sia ancora l’esigenza di una relazione fra uomo e donna con una prospettiva infinita, fondata sulla carità e aperta al mondo e alla vita, a cominciare dalla generazione e dall’educazione dei figli. Se sì, di quale aiuto ha bisogno la famiglia oggi per vivere appieno la propria specificità, e quale contributo può portare a sua volta all’ambiente circostante? Qual è oggi il significato della famiglia fondata sul sacramento del matrimonio e inserita nella vita della Chiesa in Italia e in Russia?
I relatori, provenienti dal mondo accademico ma anche da quello della scuola e del volontariato parrocchiale, hanno offerto contributi che nel volume degli Atti sono stati raggruppati per tematiche sociologiche, teologiche e pastorali.
L’appartenenza dei relatori a confessioni e storie diverse ha permesso di trattare il tema secondo molteplici angolature. È emersa la questione dei matrimoni interconfessionali in Russia, con i loro problemi ma anche con la possibilità di fare «ecumenismo dal basso» proprio a partire dagli affetti più prossimi. Più di una relazione ha sottolineato l’importanza del fidanzamento come educazione a una affettività adulta e matura. Sono stati trattati i problemi e il contributo specifico delle famiglie dei sacerdoti nella Chiesa ortodossa russa. I. Zabaev ha parlato dell’importanza, nel rapporto di coppia, dell’umiltà, come attitudine a perdonare e a chiedere perdono, ad adottare la prospettiva dell’altro, e come rapporto con Dio stesso nelle circostanze.
D’altra parte, il primo punto di fragilità per chi vuole sposarsi è «vedere nel futuro coniuge colui o colei che è in grado di soddisfare tutti i propri bisogni sentimentali e affettivi», nutrendo nei confronti dell’altro aspettative troppo elevate e non accettando i suoi limiti. Ne consegue la delusione, che lascia spazio a esperienze affettive «usa e getta», afferma A. Bertoni. Solo accettando l’imperfezione si accoglie con «leggerezza» l’altro e se stessi e si è aperti a godere delle reciproche qualità.
Una famiglia solida e aperta alla vita oggi non può essere il risultato di una sequela meccanica della tradizione. I relatori hanno evidenziato che per capire cosa sia la famiglia e darle un aiuto appropriato, bisogna tenere presente che essa vive all’interno di una molteplicità di relazioni imprescindibili. M. Goleva presenta i dati di un suo studio sui fattori che favoriscono il formarsi di famiglie numerose in Russia. Il più importante è quello del «contagio sociale», quando cioè una famiglia che inizialmente non desiderava molti figli ne incontra un’altra, numerosa, che sta vivendo un’esperienza positiva.
A questo proposito, I. Paljutkin porta l’esempio di giovani nati e cresciuti in famiglie sovietiche non religiose che, frequentando le parrocchie ortodosse, hanno scoperto la fede e «la possibilità di osservare la vita di famiglie numerose … Comunicare con loro consente alle giovani famiglie di superare le paure, senza isolarsi nei propri problemi e imparando dal loro esempio».
Per D. Orešina, «la comunità parrocchiale non è un’organizzazione, né un ente, ma innanzitutto una rete di relazioni tra sacerdoti, parrocchiani, nonché persone e organizzazioni esterne. Tale rete, dove le persone si conoscono e comunicano, diventa di per sé condizione per lo sviluppo di sostegno e aiuto reciproco, per la trasmissione dell’esperienza e per il contagio di esperienza positiva. … I provider statali e le organizzazioni no profit, di norma, non incentivano la cooperazione tra le famiglie, in quanto forniscono un aiuto mirato alla singola famiglia. Una simile cooperazione ha luogo più spesso nel contesto delle comunità parrocchiali». È necessario insomma «spostare il focus dalla famiglia come destinatario passivo di un aiuto di base (prodotti, oggetti) alla famiglia come membro di rapporti di aiuto reciproco …». N. Pol’skova porta come esempio le molteplici forme di aiuto che la parrocchia di San Nicola dei Fabbri a Mosca offre alle famiglie: ponendo al centro le relazioni interpersonali e interfamiliari, la carità esce dal recinto della chiesa, coinvolgendo anche credenti di altre religioni e realtà della società civile.
CeDoMei, Università ortodossa San Tichon
La bellezza della famiglia in Italia e in Russia. Problemi e soluzioni
Pharus, Livorno 2019, p. 223, euro 20,00
Delfina Boero
È ricercatrice presso la Fondazione Russia Cristiana. Fra i suoi interessi, la storia e la cultura della Repubblica Democratica Tedesca, la vita religiosa e culturale in URSS, nella Federazione Russa e nelle ex Repubbliche sovietiche.
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