2 Febbraio 2017

La battaglia del Majdan – la memoria sanguina

Redazione

La pace è un valore assoluto, i cristiani sono chiamati a preservarla sopra ogni cosa. La guerra invece è una sconfitta, sempre. La perdono tutti, vincitori e vinti. Ma quando scoppia, vincerà davvero solo chi perdonerà per primo.

Sono passati già tre anni dagli scontri della protesta popolare a Kiev, che hanno portato un nuovo governo, una nuova convivenza civile, e in più una guerra ostinata che ferisce il paese, ma che sfugge alle coscienze perché è quasi invisibile.
Tra fine gennaio e inizi febbraio le commemorazioni del Majdan, così vive e sentite che ancora non si possono definire «celebrazioni», si sono unite al rito funebre per le nuove vittime della guerra, che proprio in questi giorni ha ripreso fuoco con violenza nella zona di Avdiivka, provocando diverse vittime. Le schermaglie quotidiane che erano diventate di routine hanno subito un’improvvisa escalation, al punto che le autorità cittadine sono pronte all’evacuazione totale nel caso gli scontri si allarghino.
I filmati che presentiamo uniscono la memoria dei giorni del 2014 alla normalità riconquistata di oggi, e all’omaggio alle nuove giovani vittime.
Un commento dalla rete: «Al fronte ogni giorno muore qualcuno, e va avanti così da due anni. Ogni giorno seppelliscono qualcuno in silenzio, non come ora sul Majdan ma in famiglia, senza fanfare. E tutto questo avviene senza che noi ce ne accorgiamo, senza che ci rendiamo pienamente conto di cosa significa.
Forse adesso sì, dopo che ce lo hanno fatto vedere sul Majdan, adesso lo capiremo il prezzo della pace che ancora godiamo nel resto di Ucraina».

Tra il 20 e il 21 gennaio 2014 a Kyiv è salita enormemente la tensione tra le forze dell’ordine e i gruppi di destra che avevano stabilito su via Gruševskij le loro posizioni. È stato allora che i tre monaci ortodossi Melchisedek, Efrem e Gavriil si sono sentiti chiamati a fare qualcosa per evitare il peggio (cfr. l’intervista apparsa su «La Nuova Europa» n. 1/2014 ).

La presenza della Chiesa è stata un elemento determinante nel configurare la resistenza civile degli ucraini, indicando a tutti i limiti che non bisognava superare, e ispirando un clima di solidarietà e misericordia. Sacerdoti greco-cattolici sul Majdan:

Kyiv, gennaio 2014 – gennaio 2017.

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