30 Agosto 2021

Difficile uscire dall’impero. La via ucraina

Kirill Hovorun | Marta Dell'Asta

Il noto teologo e filosofo ucraino tira le somme dell’esistenza del suo paese. Parla di Majdan, di autocefalia, di patriottismo. Della Chiesa in bilico tra fede e politica. Continuiamo la pubblicazione di interviste sul trentennio dell’indipendenza ucraina, ricordando che si tratta di contributi offerti alla libera riflessione dei lettori.

Storicamente come si è formata la nazione ucraina?
Il popolo ucraino non si differenzia molto dagli altri popoli europei, che si sono costituiti durante la «Primavera dei popoli» e hanno combattuto per la propria indipendenza dagli imperi. In questo senso siamo molto vicini al Risorgimento italiano. Nel XIX secolo anche noi abbiamo avuto i nostri Mazzini, Manzoni e Verdi, che hanno cercato di formare la moderna coscienza nazionale ucraina. Allora una parte del popolo italiano e di quello ucraino appartenevano allo stesso impero austro-ungarico, ed hanno ugualmente combattuto per l’indipendenza. Un’altra parte del popolo ucraino faceva invece parte dell’impero russo, che aveva la triste fama di «prigione dei popoli».

 

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Kirill Hovorun

Al secolo Sergej Hovorun. Nato nel 1974, è archimandrita e sacerdote della Chiesa ortodossa ucraina (Patriarcato di Mosca). Pubblicista e teologo, è collaboratore scientifico di due università americane.

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Marta Dell'Asta

Marta Carletti Dell’Asta, è ricercatrice presso la Fondazione Russia Cristiana, dove si è specializzata sulle tematiche del dissenso e della politica religiosa dello Stato sovietico. Pubblicista dal 1985, è direttore responsabile della rivista «La Nuova Europa».

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