11 Marzo 2016

Due anni di StopFake

Angelo Bonaguro

La «guerra ibrida» della Russia contro l’Ucraina è stata accompagnata da una propaganda mediatica pervasiva e spesso grossolana. Nel marzo 2014 un gruppo di giornalisti di Kiev ha deciso di combatterla.

Sono ormai 100 i video pubblicati dal progetto ucraino StopFake.org, dopo due anni di attività. Lo scopo del portale è quello di verificare i fatti e le informazioni riportati dalla stampa russa e internazionale su quanto accade in Ucraina, e di confutare news errate e disinformazione, perlopiù proveniente dai media russofoni.
Come avevamo già documentato su “La Nuova Europa” cartacea (nr. 5/2014), il progetto è partito nel marzo 2014, nei giorni dell’annessione russa della Crimea, ma già da mesi ne discutevano alcuni giovani della Scuola di giornalismo dell’Università Mohiliana di Kiev, sollecitati dal direttore dell’istituto, Evgen Fedčenko, preoccupato per la pressione sempre più evidente della «propaganda russa, molto aggressiva e a volte persino primitiva, ma allo stesso tempo efficace».
Nella primavera di due anni fa, racconta Margo Gontar, una delle responsabili di StopFake, «improvvisamente tutte quelle storie dei miei nonni sulla guerra, così lontane, si erano concretizzate. È iniziato StopFake, e ci siamo trovati proprio in prima linea. Sono iniziate le mail, le telefonate, un po’ di odio e qualche minaccia, la paura, ma molto di più un’infinita, indicibile, indescrivibile gratitudine umana che mi ha travolta come un fiume».
È la studentessa Ol’ga Jurkova a lanciare l’idea del sito, piattaforma bilingue russa e inglese, che inizialmente era diretta ai russofoni dell’Ucraina orientale che venivano martellati dai canali tv russi, e ai giornalisti occidentali. Oggi si presenta in 8 lingue, compresa quella italiana, appena lanciata, e oltre alle videonews offre decine di articoli di approfondimento.

Il sito funziona grazie al lavoro volontario di studenti e laureati della Scuola di giornalismo e del programma professionale «Digital Future of Journalism»; ad essi si affiancano altri volontari specialisti di marketing, programmatori, traduttori «e tutti quelli che hanno a cuore il destino del nostro paese e della sua gente».
StopFake non rappresenta né sostiene organizzazioni di tipo politico. Nel 2015 il progetto ha ricevuto dei finanziamenti dalla Fondazione Internazionale Rinascimento, dal Fondo Nazionale per la Democrazia e dal Ministero degli Esteri ceco. Tuttavia il portale intende mantenere la propria indipendenza editoriale: «le organizzazioni e i governi che lo sostengono decidono come vengono assegnati i fondi, ma non influiscono sui contenti», si legge sul sito.

Dal primo video del marzo 2014 al centesimo appena pubblicato sono più di mille i casi di disinformazione denunciati.
Tra i fakes più curiosi presentati e smascherati dal report numero 100 c’è quello, diffuso già l’anno scorso ma ripescato nuovamente da alcuni media russi, secondo il quale le autorità ucraine avrebbero chiesto al governo mongolo un risarcimento per il sacco di Kiev avvenuto nel 1240 da parte delle orde del khan Batu…
Ma non si creda che i solerti cacciatori di fakes si limitino alla stampa russa: per aiutare il proprio paese a liberarsi dal retaggio sovietico, sotto la loro lente passano anche i media ucraini che a volte si lasciano prendere la mano o riportano notizie senza verificarle, come quella che «dal primo gennaio 2016 gli uomini che abbiano meno di 45 anni d’età non potranno uscire dai confini nazionali»: la notizia è stata smentita dagli uffici dello Stato Maggiore, i quali hanno precisato scherzando che anche gli uomini più anziani, le donne, i bambini e persino gli animali non saranno sottoposti ad alcuna limitazione di espatrio…

Angelo Bonaguro

È ricercatore presso la Fondazione Russia Cristiana, dove si occupa in modo particolare della storia del dissenso dei paesi centro-europei.

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