26 Novembre 2021

L’autosufficienza è inospitale

Romano Scalfi

Se i più affermano che la libertà è avere sé come principio di tutto, c’è chi va controcorrente: la legge della libertà è crescere nell’amore. Una meditazione di padre Scalfi del 2012.

La persona è un’icona, dicono i Padri. E l’essenza dell’icona qual è? È la libertà. Sembra strano che già dal IV secolo il Padri parlino di libertà, della libertà della persona. Ma la libertà non è da concepirsi, naturalmente, come un fare quello che si vuole. Ha un fondamento preciso e chiaro, e per i Padri il fondamento della libertà è l’amore: non c’è libertà senza amore. E la libertà è un principio che, prima di tutto e sopra tutto, interessa la persona.

La libertà non è primariamente compito dello Stato, delle associazioni o anche delle fraternità: è innanzitutto compito della persona! Perché la persona ha sempre la possibilità di essere libera. Ovunque! Persino nel lager, come ci han detto in tanti attraverso gli scritti del samizdat. Quindi la libertà dipende da noi, non tanto nel fare quel che si vuole, ma nel crescere nell’amore. Quanto più la libertà è fondata sull’amore, tanto più siamo liberi. La sorgente dell’amore è unica, naturalmente: è Cristo! La natura umana diventa persona soltanto se è fecondata dall’amore agapico di Dio, che le dona la misura della sua perfezione e della libertà.

Il contrario della libertà è proprio l’«autosufficienza inospitale», come dice Florenskij, il chiudersi in se stessi, questo partire da sé come principio di tutto, anche della libertà. «La libertà è fare quello che voglio»: normalmente è concepita così, no?  «Mamma – diceva una ragazza, – ho 16 anni, e adesso ho il diritto di essere libera. D’ora in poi non vado più a messa!». In nome della libertà? No! Non in nome della libertà: in nome dei capricci! Mancanza di filosofia, come si diceva una volta.

autosufficienza inospitale

La filosofia! Il vero iconografo è un filosofo, secondo i Padri, come è filosofo qualsiasi santo. La conoscenza esige la comunione e la libertà consacra l’uomo alla bellezza. Gli orientali insistono spesso sul valore della persona: la persona non è mai definita dalle condizioni esterne. Normalmente si sente dire: «Non mi sento libero». Perché? «Perché uno mi guarda male, perché quell’altro non mi guarda abbastanza bene, perché le situazioni sono difficili e non mi sento libero…».

Non abbiamo mai il diritto di non sentirci liberi, perché la libertà dipende dal cuore e mai dalle circostanze. Vi ho raccontato tante volte quello che diceva Mandel’štam a sua moglie che si lamentava:

«Se avessimo più libertà, saremmo creativi». E lui le risponde: «Stupida! – era la prima volta che le mancava di rispetto – è il tuo cuore che dev’essere libero, non le circostanze!». Se cerchi delle circostanze libere, vai verso la schiavitù, perché dipendi dalle circostanze.

La libertà è dipendere da se stessi a partire dal proprio cuore. Losskij diceva che la persona, nel suo incessante dinamismo creativo, possiede un centro esistenziale assoluto che è Dio, unità e integrità inviolabili, un valore supremo che invoca dignità, libertà, creatività, mai riducibili ad una entità generica.

Dice ancora Berdjaev: «Il mistero dell’esistenza della persona è nella sua assoluta insostituibilità, irripetibilità, unicità, inconfondibilità, libertà».

Il cristianesimo è la religione dei volti e delle persone libere, perché in Cristo, Dio diventa persona. E l’uomo stesso viene divinizzato come persona dalla presenza stessa di Cristo.

Così la via della libertà della persona è diretta verso la pienezza del vero: una libertà che ama e un amore che libera. Per questa ragione il mistero di Cristo getta una luce rivelatrice anche sul mistero della persona umana, quale mistero di amore, di comunione e di libertà. La persona trova il suo compimento nella comunione, nell’«esperienza comunionale e dialogica dell’amore come affermazione assoluta della persona e della sua libertà».

L’augurio è che possiamo crescere tutti quanti insieme ogni giorno nella libertà, perché è un lavoro. E il lavoro consiste nell’unire sempre di più la libertà all’affetto.

Meditazione tenuta il 27 luglio 2012 al corso di iconografia della Scuola di Seriate e contenuta nel volume «La luce del tuo volto. Omelie e catechesi – 2», di prossima uscita.

 

Romano Scalfi

Sacerdote (1923-2016), nel 1957 ha fondato a Milano il Centro Studi Russia Cristiana, cui ha associato la Rivista “Russia Cristiana” (poi “L’Altra Europa” e “La Nuova Europa”).

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