30 Luglio 2022

Degli illusi che costruiscono il futuro della Russia

Inna Karezina

Esiste in Russia un’organizzazione di volontari che fanno da osservatori nei seggi elettorali. Nata nel 2000, è stata liquidata nel 2016 come «agente straniero», ma continua ad esistere. Perché accollarsi un lavoro così ingrato ed evidentemente inutile? Ce lo spiega Inna Karezina, responsabile del gruppo ora emigrata in Lituania. Storie di resistenza civile. (Intervista di Paolo Polesana).

Il senso delle elezioni è quello di scegliere i rappresentanti del popolo nelle istituzioni. Ogni atto di scelta implica la libertà ed è un atto di tipo morale. Anche in epoche difficili in cui il margine di libertà era minimo, come nell’epoca sovietica, si poteva almeno scegliere se appoggiare il regime vigente o no. La libertà, insomma, fiorisce anche sotto i massi: quali segni di speranza vede nella Russia contemporanea?
Le speranze sembrano diminuire sempre più, purtroppo. Molte persone abbandonano la Russia e molti hanno lasciato cadere le braccia. Tanti capiscono quello che accade ma non sanno cosa fare, perché è stata loro tolta ogni possibilità di influire sul potere costituito: le elezioni non funzionano, i tribunali non funzionano, non funzionano nemmeno le proteste di piazza. Per questo non ritengo giusto che alcuni dall’estero pretendano che la gente che vive in Russia scenda in piazza per rovesciare il regime di Putin. Sono stati scritti interi libri al riguardo: nei regimi autoritari mancano meccanismi di feedback da parte del popolo nei confronti del potere. I governi vengono rovesciati in seguito a proteste di piazza solo nei paesi democratici, dove le istituzioni democratiche funzionano.

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Inna Karezina

Nata nel 1972, cattolica, ha studiato filosofia e teologia. Dal 2006 al 2013 ha lavorato presso l’Istituto San Tommaso e successivamente presso l’Istituto di studi orientali dell’Accademia delle scienze russa. È responsabile del movimento Golos per la regione di Mosca.

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