9 Giugno 2020

La Russia in quarantena, paure e discussioni

Roberto Sarracco

Come in molte altre parti del mondo, anche in Russia abbiamo assistito al dibattito sulla quarantena per controllare il contagio del coronavirus. L’imposizione del confinamento in casa, la chiusura dei confini e delle attività produttive e i controlli telematici degli spostamenti e del contagio pongono a tutti domande che vanno all’origine del senso dell’esistenza umana.

È interessante, entrando nel merito del dibattito russo, tenere conto del contesto in cui si sta sviluppando: innanzitutto non vi è stata alcuna dichiarazione dello «stato d’emergenza» previsto dalla Costituzione, mentre le misure di quarantena e distanziamento sociale sono state adottate ad hoc da singoli ministeri e autorità municipali e regionali, come i governi locali di Mosca e San Pietroburgo. Inoltre la Russia, prima della diffusione del Covid-19 si preparava a un referendum costituzionale che si sarebbe dovuto tenere il 22 aprile, che è poi stato rimandato a causa della pandemia, e avrebbe sancito il diritto perpetuo di rinnovo della carica di presidente della Federazione, attualmente fissato a quattro anni dalla Costituzione: si tratta di un provvedimento delicato e molto discusso dai movimenti di opposizione. In questo contesto ricorre nei media, quindi, la paura che lo Stato stia approfittando del virus per limitare le libertà civili già a rischio, con un comportamento, peraltro, che suscita domande come, appunto, la non-proclamazione dello stato d’emergenza vero e proprio, pur previsto dalle leggi russe.

 

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Roberto Sarracco

Laureato in lingua e letteratura russa e tedesca, ha conseguito il dottorato in slavistica nel 2014 presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, dopo aver svolto periodi di studio e ricerca a Friburgo, Monaco di Baviera e Mosca. Le sue ricerche si sono concentrate in particolare sugli scrittori F.M Dostoevskij e N.A. Kljuev, sulla traduzione letteraria e sui rapporti fra cristianesimo e letteratura russa. Oggi vive e lavora a Dublino, come consulente per l’innovazione digitale.

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