20 Ottobre 2016

La guerra e il suo antidoto

Tat'jana Kasatkina

Le voci insistenti di guerra imminente che agitano gli animi in Russia, fanno il paio col timore di catastrofi che perseguita molti in Occidente. L’insicurezza genera rissosità, è qui che vince la guerra. Ma solo se noi la lasciamo vincere…

Continuano a bombardarci di notizie inquietanti. Su fatti che magari poi risultano mai accaduti ma questo è secondario, il loro effetto intanto lo hanno fatto.
Sono notizie che insinuano l’idea di una contrapposizione crescente, di una prossima guerra. E ci incutono un sentimento d’inquietudine, d’insicurezza, di depressione, smarrimento, mancanza di prospettive. Di impotenza. Tutti questi sentimenti suscitano in noi un bruciante desiderio di certezza. Purché quel che ci inquieta non ci attacchi da tutti i lati ma da uno solo. O almeno da tre. Così che almeno alle spalle siamo coperti. Purché dietro abbiamo qualcosa a cui teniamo da difendere, così che almeno da quella parte non ci arrivino colpi. Così ci costringono a «schierarci». A sentirci membri di un determinato gruppo che si contrappone a un altro gruppo. Poco importa su che fondamento è costruito, quel che conta è che è il tuo, che ti copre le spalle e ti dà sicurezza. E poi, certo, ti dice anche dove sta il nemico.

La lettura dell’articolo completo è riservata agli utenti abbonati, effettua il login o abbonati per accedere a tutti i contenuti del sito.

Tat'jana Kasatkina

Docente di Letteratura russa e straniera presso l’Università Pedagogica di Mosca, direttrice del dipartimento di Teoria della letteratura e presidente della commissione per lo studio di Dostoevskij presso l’Accademia delle Scienze russa.

LEGGI TUTTI GLI ARTICOLI
Tags:

Abbonati per accedere a tutti i contenuti del sito.

ABBONATI